TIM aderisce all’offerta di SPID come gestore di identità digitale, uno dei tre che dal 15 marzo fornisce le credenziali uniche per accedere ai servizi online della pubblica amministrazione. Lo SPID prevede una serie di standard tecnologici molto precisi, stabiliti dall’Agenzia per l’Italia digitale, ma ogni società ha comunque portato la propria esperienza e offerta in questo ristretto mercato tripartito per accattivarsi il cittadino/utente. Vediamo quella della famosa società di telecomunicazione.
L’identità elettronica secondo la formula della telco è legata a un collegamento tra una landing page commerciale su Tim.it, e il form per iniziare il procedimento che invece è su NuvolaStore, la controllata incaricata concretamente del servizio di erogazione. Questa piattaforma è basata sulla tecnologia di trusttechnologies, quella per intenderci che Telecom usa per la firma digitale e le varie soluzioni di certificazione dell’identità, già a suo tempo con la PEC.
I metodi e l’offerta
Nel sistema TIM torna sempre il numero 3. Tre sono i metodi da remoto coi quali ottenere la propria identità digitale – Carta nazionale dei servizi, firma digitale, Carta di identità elettronica – e sempre tre sono i passaggi previsti per arrivare a questa user id con la quale entrare nei portali delle pubbliche Amministrazioni che così forniranno i loro servizi. Sui metodi c’è poco da dire: sono il problema principale di come è stato pensato fin dall’inizio SPID. La firma digitale è terreno dei professionisti, come avvocati, commercialisti, medici, si ottiene con un token da una smart card oppure si conserva su una pen-drive Usb; la Cns è diffusa, ma chi ha in casa un lettore di smart-card? Quasi nessuno. La Cie invece è un oggetto misterioso. Quindi, in assenza, al momento, di una metodologia de visu, TIM rappresenta attualmente l’offerta più stringata delle tre a disposizione.
TIM si distingue per offrire già a pagamento un sistema SPID a multi-account per i clienti business, a 36 euro. Ovviamente i primi due livelli sono invece gratuiti per 24 mesi e si ipotizza che questa cifra business possa corrispondere all’incirca a quanto verrà chiesto in futuro per il terzo livello di sicurezza, ancora non attivo in nessuna piattaforma, e magari a tutti quando scadrà il biennio gratuito dei primi due livelli secondo la norma dell’Agid.
Da oggi parte il progetto #SPID con @INPS_it e @RTConsiglio. Antonio Samaritani di @AgidGov. #ItaliaSmart #SmartCity pic.twitter.com/HIWtr3YRxf
— TIM Enterprise (@TIM_Enterprise) March 15, 2016
Pregi
Il servizio SPID di TIM sembra avere principalmente una sola qualità: quella della sua certificazione tecnologica. È sicuramente una piattaforma già molto abituata a fornire questo genere di identità e di sicurezza dei dati.
Difetti
Uno più vistoso degli altri: TIM non ha ancora allargato il sistema di accreditamento anche alla propria rete vendita – come invece ha fatto Poste Italiane – e questo comporta, a metà procedura, un effetto comico. Quando l’utente cerca di iscriversi, inserisce alcuni dati, apre il link ricevuto per mail e poi scopre di non sapere o poter usare una firma digitale o la Carta dei servizi (magari perché non possiede un lettore idoneo), clicca sull’alternativa e TIM risponde che si può andare personalmente … a Pomezia. Magari l’utente è di Cuneo, di Portogruaro, di Sassari. Superfluo ogni altro commento.
SPID con TIM: il giudizio
Un servizio senza invenzioni particolari, sicuramente ben impostato e, tra l’altro, con un eccellente servizio di assistenza chat e telefonica, molto cortese e disponibile. Però, in assenza delle rete fisica, emerge tutto il limite dello SPID (non imputabile a TIM) e del suo sistema di accreditamento. Cns e firma digitale sono conosciuti da un numero molto piccolo di cittadini italiani. Un paese con questo tasso di analfabetismo funzionale deve inventarsi qualcosa, rendere tutto più semplice.