La prima location raggiunta dal programma Google Fiber, nell’ormai lontano novembre 2012, è stata Kansas City. Lì il gruppo di Mountain View ha portato l’accesso a Internet con velocità pari a 1 Gbps, affiancando il servizio ad un’offerta di connettività gratuita che fino ad oggi ha previsto una spesa di attivazione iniziale da 300 dollari, per poi poter continuare a navigare a 5 Mbps (1 Mbps in upload) per sempre, senza alcun limite o canone di abbonamento.
Questa opzione cesserà di esistere. È quanto trapelato in Rete nel corso del fine settimana e confermato direttamente da un portavoce di bigG, che si è però rifiutato di fornire dettagli sulle motivazioni che hanno spinto a prendere la decisione. Potrebbe trattarsi di una mossa attuata con l’obiettivo di aumentare i profitti generati da Fiber, attualmente divisione della parent company Alphabet. Ancora, l’azienda potrebbe aver deciso di non scontrarsi con la concorrenza nel territorio delle connessioni a bassa velocità. Da notare che nelle altre città raggiunte dal servizio, come Austin (Texas) e Provo (Utah), l’offerta continua ad essere attiva.
Le due forme di abbonamento ora disponibili a Kansas City sono: 1 Gbps a 70 dollari mensili o 100 Mbps a 50 dollari mensili. Non è da escludere che Alphabet possa scegliere di replicare questo tipo di strategia altrove.
Di recente si è parlato di un programma finalizzato a diffondere l’accesso a Internet all’interno delle case popolari, messo in campo proprio dal team di Fiber. Garantendo a tutti la possibilità di connettersi a Internet si può sperare di migliorare le competenze informatiche di chi ne fruisce e l’abilità di consultare informazioni da fonti diverse e indipendenti. Inoltre, connettività di questo tipo migliora la qualità delle comunicazioni online e rende immediato l’accesso ai contenuti multimediali presenti in Rete, compresi i servizi di streaming (musicale e non).