Nella speranza di poter un giorno non troppo lontano poter accedere alla Rete mediante connessioni a banda ultra-larga anche nel nostro paese, non resta che guardare con un pizzico di sana invidia a quelle poche città statunitensi già coperte dal servizio Google Fiber. Lì, i fortunati residenti hanno l’occasione di sfruttare un’infrastruttura per la connettività in fibra ottica e navigare con una velocità pari a 1 Gbps.
A quanto pare, il gruppo di Mountain View ha intenzione di estendere il raggio d’azione del servizio verso le zone in cui portare fisicamente gli impianti non sarebbe profittevole, ovvero laddove l’investimento non sarebbe ripagato dal canone d’abbonamento delle utenze collegate. In che modo? Con l’ausilio di impianti wireless. È l’ipotesi emersa nel corso di un’intervista rilasciata dal CEO della divisione Craig Barratt sulle pagine del sito Re/code. Non si fanno riferimenti diretti a tempistiche per l’accensione delle antenne, né a costi indicativi, ma solo alla sperimentazione di diversi metodi e differenti tecnologie.
Una delle cose che rendono il wireless intrigante è che permette di raggiungere abitazioni e utenti posizionati in contesti poco popolati, dove portare la fibra ottica sarebbe dispendioso. Dunque, fornire servizi wireless fissi utilizzando alcune delle tecnologie a cui stiamo pensando potrebbe accelerare il nostro sviluppo.
Di recente Google ha introdotto il piano telefonico Phone per tutti gli utenti Fiber, che a fronte di una spesa mensile pari a 10 dollari consente di chiamare tutti i numeri degli Stati Uniti, senza alcun limite. Il gruppo, però, ha scelto di interrompere il servizio gratuito per la connettività a 5 Mbps fino ad oggi offerto ai residenti di Kansas City, il primo centro abitato raggiunto dal servizio nell’ormai lontano novembre 2012. Non è chiaro se lo stesso trattamento sarà riservato anche alle altre città interessate dall’offerta.