Per due giorni al gate 14 di Fiera Milano city si parlerà di commercio elettronico. Oltre seimila partecipanti e 150 espositori, tre convegni istituzionali, 46 workshop per l’undicesima edizione dell’eCommerce forum, promosso dal Consorzio Netcomm, che mette in rete le dinamiche dell’intera filiera dello shopping online. L’Italia non fa la parte del leone, però l’Europa è sempre lì, col suo mercato da 500 milioni di persone.
Nello spazio di cinque anni siamo passati da 9 milioni di acquirenti online a oltre 18 milioni. Un raddoppio della domanda che deve far riflettere a fondo le imprese sul lato dell’offerta. Dice così Roberto Liscia, presidente di Netcomm Italia, nella plenaria che ha inaugurato l’#eCommerceForum. Una edizione particolarmente incentrata sugli workshop, la voglia di condividere esperienze e passare ad un livello superiore. Il programma (pdf) dei prossimi due giorni parte dall’idea dell’eCommerce come guida della trasformazione digitale dell’impresa. Perché se è vero che non tutta la digitalizzazione è eCommerce, lo shopping online implica per forza una trasformazione digitale dell’azienda. L’intervento di Liscia (pdf) da questo punto di vista è molto chiaro.
Apre #ecommerceforum: @MiCoMilano #2giorni di incontri, oltre 150 espositori, 46 workshop. Attesi 6K partecipanti pic.twitter.com/hvOzigIF8u
— Fiera Milano (@FieraMilanoSpa) May 18, 2016
La crescita
Come da tradizione, il forum – qui la diretta streaming – cammina su due gambe: i dati di Netcomm sui consumatori e quelli dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. La previsione del valore degli acquisti online degli italiani raggiungerà nel 2016 i 19,3 miliardi di euro con un incremento del 17% rispetto al 2015, pari a oltre 2,7 miliardi di euro. Se fossero confermate il 2016 segnerebbe una crescita dei settori che hanno trainato l’eCommerce fino ad oggi: il turismo (+11%), l’informatica ed elettronica (+22%) e l’abbigliamento (+25%), ma anche l’editoria (+16%). Vanno molto bene anche i settori simbolo del Made in Italy che, pur considerati ancora emergenti per la vendita online, stanno registrando le crescite più alte: il cibo otterrà un incremento del 29% e supererà di poco quota 530 milioni di euro mentre l’arredamento crescerà del 39% sfiorando i 570 milioni. La penetrazione dell’eCommerce nel 2016 raggiungerà il 5% delle vendite retail. Fino ad oggi e per più di un anno era rimasto al 4%.
+18% (3,6mld) per l'export diretto di siti italiani. Sale a 9 mld se calcoliamo anche export indiretto tramite marketplace #eCommerceforum
— valentina sala (@valesala) May 18, 2016
L’Italia, si sa, è terra di contraddizioni. Gli italiani che acquistano online sono 18,8 milioni, metà dei quali under 44, cioè, rapportati alla popolazione Internet in grado di fare acquisti (30,8 milioni di individui) indica che l’eCommerce vanta una penetrazione del 61% sulla platea, con un trend che è più alto di quello della rincorsa delle imprese nello stesso mercato. In altri termini, gli eshopper raddoppiano, ma sono state recensite soltanto 40 mila imprese qui che vendono online. In Francia sono 200 mila. Eppure si avverte molta spinta, anche e soprattutto dalla tecnologia: 21 acquisti online ogni 100 in Italia sono originati da un dispositivo mobile, tra questi, circa la metà avviene su un sito web e l’altra metà via app e, tra gli acquisti via app, tre sono prodotti su uno smartphone e uno su un tablet; meno di 4 acquisti online su 10 corrispondono a una prima esperienza presso un merchant mai utilizzato in precedenza. Gli acquisti online stanno quindi evolvendo in riacquisti e sono guidati dalla soddisfazione vissuta nelle esperienze precedenti. Nel 16% dei casi la decisione d’acquisto matura in un percorso di orientamento che si svolge in rete lungo una serie di touch point (la ricerca, i social, i comparatori, i siti di rating).
Il pacchetto europeo
Uno degli ospiti di riguardo nella prima giornata di ecommerceforum è stato Roberto Viola, direttore generale di DG Connect, l’uomo che lavora nel gruppo che sta costruendo il Digital Single Market. La più grande area digitale del mondo, che Bruxelles sta presentando in tutte le capitali.
I numeri europei sembrano condannare l’Italia. Quello che vedo nell’economia generale si nota anche nell’eCommerce: tanto potenziale inespresso. Ricordiamoci però che il mercato europeo a cui si sta pensando è da 500 milioni di persone: il digital single market rappresenta oggi quel che il Mercato Unico Europeo è stato vent’anni fa. Ma c’è tanto da fare e non si può fare da soli.
EU a sostegno dell'e-commerce con geo-blocking e regole più semplici @ViolaRoberto @ConsNetcomm #eCommerceforum #DigitalSingleMarket
— Fi.Fa. (@trumanews) May 18, 2016
La notizia di giornata è che il prossimo 25 maggio la Commissione presenterà un pacchetto di sostegno all’eCommerce: interventi su regole, fisco, transazioni dall’estero e su estero. Servirà? L’idea è puntare sul geoblocking, come ostacolo per chi subisce passivamente l’ingresso della concorrenza nei mercati nazionali in questa cornice: molta parte (il 68%) dei fornitori di contenuti digitali ancora oggi blocca i consumatori che si trovano in altri paesi dell’Unione non contemplati dai diversi contratti di licenza. Va cambiato questo e rafforzati al contempo gli strumenti per incoraggiare tutti coloro che invece vogliono vendere dal proprio paese ad un altro degli altri membri dell’Unione.