L’Iran ha ordinato a tutte le internet company che sviluppano applicazioni di messaggistica per dispositivi mobile di memorizzare i dati scambiati dai cittadini dell’Iran entro i confini nazionali. In altri termini, le società dovrebbero creare dei server appositi da collocare all’interno dell’Iran in cui memorizzare i dati degli utenti iraniani. Le internet company hanno un anno per uniformarsi alle richieste del governo locale. L’ordine arriva direttamente dal Consiglio Supremo del Cyberspazio gestito direttamente dall’Ayatollah Ali Khamenei. Trattasi, ovviamente, di una richiesta che va a minare pesantemente la privacy e la sicurezza degli utenti e che ben difficilmente le aziende accetteranno.
Tuttavia, l’Iran non è nuovo ad azioni fortemente restrittive sull’utilizzo dei social network per i suoi cittadini. Il governo locale, infatti, ha tenuto a lungo uno stretto controllo su internet, censurando contenuti giudicati discutibili e bloccando l’accesso a servizi come Facebook e Twitter. Alcuni utenti iraniani di internet hanno cercato di aggirare i blocchi attraverso l’utilizzo di reti private virtuali (VPN) ed altri software anche se il governo ha imposto vincoli sempre più stretti. Per esempio, questo mese le autorità hanno arrestato otto utenti Instagram, tra cui alcune modelle di moda, come parte di un’operazione contro le donne che postano foto di se stesse, senza il velo.
Il nuovo regolamento sull’utilizzo delle app di messaggistica potrebbe avere un impatto particolarmente significativo su Telegram, un app per la messaggistica che ha guadagnato popolarità in Iran grazie alla possibilità di cifrare i messaggi e renderli così non rintracciabili.
Spostare i server delle app di messaggistica all’interno dei confini dell’Iran significherebbe che il governo potrebbe intervenire a piacere nel censurare i contenuti arrestando, contestualmente, tutti gli utenti rei di aver condiviso immagini o informazioni contrarie al regime.
L’Iran, infatti, come tutti i regimi, teme particolarmente la rete ed i servizi di messaggistica che permettono alle persone di comunicare rapidamente tra loro facendo emergere informazioni scomode per il governo. Non è solo l’Iran, infatti, ad utilizzare sistemi di censura similari ed anzi è una vera e propria preoccupante tendenza dei paesi dove la democrazia non è ancora un dato di fatto.