Mentre le due sponde dell’atlantico si apprestano a incontrarsi per un 14° round di negoziati, imperversano i dubbi sul TTIP, il trattato Usa-Unione Europea che non convince l’opinione pubblica nel suo scopo di facilitare gli scambi commerciali tra i due mercati. A dire il vero, gran parte di quanto è detto a proposito di questo trattato è frutto di un vero e proprio hype mediatico che premia le generalizzazioni e l’emotività, sfruttato anche dalla politica in funzione antieuropeista. Il TTIP, e le persone, meritano invece di sentire tutte le voci più autorevoli, sia favorevoli che contrarie. Tra le prime, partiamo da quella ufficiale: quella della Commissione Europea.
Fabrizio Spada, alla direzione della rappresentanza della Commissione Europea a Milano, gira per diverse città e convegni per presentare il TTIP e contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, nelle sue slide a corredo dei suoi interventi usa anche il termine “rischi” insieme ad “opportunità”. Già, perché non c’è dubbio che si è dovuto lavorare molto, in questi ultimi due anni, per migliorare un testo che non dava garanzie oppure non era chiaro nello specificarle; allo stesso tempo, la Commissione Europea crede nella bontà del negoziato e soprattutto nel suo progresso.
Intervista a Fabrizio Spada
Sull’importanza strategica del trattato non c’è discussione secondo Bruxelles: si vogliono influenzare positivamente le regole del commercio mondiale – fin qui piuttosto barbare, a dirla tutta – puntando su un modello che metta assieme maggiore accesso ai beni e costi ridotti da tutti i punti di vista (economici, ambientali). Come? Eliminando gli ostacoli tra due stati-continente che hanno più interessi in comune che differenze. Il trattato avrebbe la peculiarità, secondo la Commissione, di non focalizzarsi sulle regole bensì sugli standard, creandone di nuovi.
Andiamo subito al sodo: perché abbassare le barriere non dovrebbe abbassare gli standard?
Il punto chiave del TTIP è che ci sono troppi prodotti europei vietati negli Stati Uniti, e altri penalizzati dai dazi. Ad esempio le bevande al 23%, i formaggi fino al 139%. L’UE sta cercando un migliore accesso di questi prodotti come latte, prodotti caseari, dolciumi, lavorati di carne, senza però rinunciare alla protezione dell’indicazione geografica.
Tuttavia si dice che Dop e Ipg non siano contemplati nel testo…
L’obiettivo dichiarato dal mandato europeo è che soltanto certi prodotti certificati possano essere venduti sul mercato Usa, però con nome europeo. Per questa ragione respingo la tesi per cui il TTIP non protegge la qualità di filiera dei prodotti: gli standard e le conformità sono nostri.
Su Webnews abbiamo sintetizzato il negoziato Usa-Eu dicendo che gli americani vanno all’attacco sui prodotti alimentari e in difesa sugli appalti pubblici, gli europei il contrario. È troppo brutale o c’è del vero?
È una buona metafora. C’è una legge americana che impedisce alle imprese europee di partecipare alle gare d’appalto, e questo è un grave danno economico. D’altro canto va riconosciuto che il sistema di controllo degli alimenti in Europa è molto più progredito che negli Stati Uniti e loro tentano di forzare il nostro sistema. L’ideale sarebbe che noi potessimo partecipare agli appalti e loro potessero godere dei nostri standard sul controllo dei cibi.
È possibile?
È il motivo per cui non si è ancora trovato un accordo. E qualora anche si trovasse, questo tengo sempre a ribadirlo, in ogni caso dovrà essere ratificato dai 28 Stati membri, dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo.
La tesi è che qualora anche una sola riga non rispettasse il mandato degli Stati alla Commissione non sarebbe comunque approvato.
Precisamente. Si dà a mio giudizio troppo poco peso al mandato negoziale, che contiene molte delle garanzie che i detrattori invece temono siano cancellate dal trattato.
Esempi concreti: carne agli ormoni, Ogm…?
Esclusi in partenza dal trattato.
Il famoso principio di precauzione che è tipicamente nostro?
Il livello di protezione europeo non è negoziabile. Il trattato rende esplicito ciò che è implicito: abbiamo modi diversi di garantire il cittadino, noi con le regole, loro con le controversie.
Il negoziato però serve a ridurre le controversie, altrimenti a che servirebbe?
Tuttavia avere norme più compatibili non significa adottare un minimo comune denominatore al ribasso, solo ridurre le divergenze inutili.
Ha molto impressionato il sondaggio di Manheimmer sulla conoscenza del TTIP in Italia: metà della popolazione non ne ha proprio idea e l’altra è facilmente influenzabile anche da piccole porzioni di informazione: che valutazione darne?
Io credo che ci sia molta disinformazione in Italia sui contenuti del TTIP. Giustamente la gente è preoccupata perché sente delle voci secondo le quali arriverebbero sugli scaffali cibi transgenici e quant’altro, e io vorrei rassicurare che questo non è vero. E in ogni caso anche adesso che non c’è il TTIP il consumatore farebbe sempre bene a controllare le etichette, informarsi sugli alimenti. Comunque nessuno verrà mai costretto a comprare qualcosa che non vuole o che pensa possa nuocere alla sua salute.
Una scommessa, anche se il TTIP non è un gioco: si passerà a un TTIP2?
Potrebbe accadere che rendendosi conto che la negoziazione non può andare avanti, si potrebbe usare come base per un TTIP2. Credo comunque che questo trattato sia importante per tutti, perché potrebbe aumentare fatturato, produzione, far riconoscere i titoli di studio, fare da volano per la bassa crescita europea.
Timori e risposte della Commissione Europea
Il TTIP indebolirà gli standard europei di tutela delle persone!
Gli standard su tutela del consumatore, del lavoratore e dell’ambiente non sono in discussione nel mandato negoziale.
Il TTIP abbasserà la qualità degli alimenti!
Il trattato manterrà inalterate le procedure di controllo della qualità degli alimenti come sempre avvenuto in Europa. Su Ogm, clonazione, carni trattate con ormoni, il vecchio continente continuerà ad usare le proprie autorità di regolamentazione nazionali.
Tutti i servizi verranno privatizzati!
Il TTIP lascia i governi liberi di gestire questo capitolo, senza clausole.
I governi non hanno controllo sul negoziato!
Governi e deputati sono costantemente informati dello stato del negoziato e la Commissione conduce regolarmente degli incontri; ad oggi ci sono state anche 11 consultazioni pubbliche.