7,5 miliardi di dollari: a tanto ammonta il valore che in qualche modo è possibile attribuire direttamente al successo di Pokémon GO, videogioco che ha conquistato gli Stati Uniti in pochissime ore e che si appresta adesso ad una invasione internazionale. 7,5 miliardi di dollari è infatti il valore che le azioni Nintendo hanno accumulato nel giro di appena 48 ore, il tutto sulla scia delle notizie che provengono dai server che autorizzano i download del gioco: il titolo del gruppo, salito di oltre il 24% sulla Borsa di Tokyo, ha messo da parte una capitalizzazione che non si raggiungeva ormai da fine 2015 e l’apertura a New York vede le azioni svettare ad oggi di oltre il 30%. E tutto ciò a causa di un semplice videogioco in download gratuito.
In appena 2 giorni Pokémon GO è stato scaricato e installato dal 5% degli utenti Android degli Stati Uniti (vedi i requisiti). La sua avventura internazionale doveva iniziare in modo subitaneo, ma è stata rallentata dal fatto che nessuno si attendeva un successo di tale caratura: sebbene anche dall’Italia sia possibile accedere al gioco, il via libera ufficiale al momento non è ancora arrivato.
Pokémon GO, quanto vale un’app gratuita
Secondo i primi dati trapelati, i gamer che hanno esordito sul gioco vi stazionano per oltre 40 minuti al giorno, dedicandovi addirittura più tempo che non WhatsApp o Instagram. Per Nintendo si tratta di un importantissimo punto di partenza che non è però esclusiva dell’azienda: a produrre il gioco è il team Niantic Labs, nato come startup nell’alveo di Google e poi fuoriuscito dall’azienda a seguito della ristrutturazione aziendale che ha portato alla fondazione di Alphabet. Niantic in questa avventura è accompagnata da Pokemon Company, di cui Nintendo possiede un terzo della proprietà. Sebbene l’esposizione di Nintendo nel progetto sia pertanto minimale, è sicuramente ampia la propria influenza.
Ad oggi risulta difficile comprendere cosa possa fare Nintendo per monetizzare un successo di tale caratura. La bontà del gioco è in gran parte nella sua ricaduta offline e nel fatto che lo smartphone diventa un’interfaccia verso una realtà parallela: la realtà aumentata diventa teatro di gioco e lo spostamento sul territorio è il modo per la cattura dei punti necessari al divertimento. In prospettiva potrebbero nascere oggetti e funzionalità in vendita con le quali arricchire l’esperienza di gioco e su questi ultimi aspetti potrebbe costruirsi la fortuna di Nintendo. Ad oggi, però, il tutto rimane nell’alveo delle potenzialità mentre i download continuano e l’hype attorno al gioco cresce.
Le prime ricadute, nel frattempo, sono arrivate direttamente sul mondo dei Pokémon: impennata nella vendita dei gadget e dell’audience laddove il marchio è sul mercato, con un ritorno di fiamma per molti versi inatteso. Attorno al marchio sembra essersi improvvisamente risvegliata l’attenzione, insomma, ed al grido di “Gotta catch’em all” la saga sta per trovare una sua seconda giovinezza.