L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa: la batteria di un Galaxy Note 7 è esplosa durante la ricarica in un hotel, causando danni per quasi 1.400 dollari. Samsung pagherà le spese e sostituirà lo smartphone, ma il malfunzionamento delle batterie è ormai diventato un problema di sicurezza aeronautica. Tre compagnie australiane hanno vietato l’uso del Galaxy Note 7 durante i voli, anche se l’autorità preposta non ha imposto un divieto esplicito.
In realtà, Qantas, Jetstar e Virgin Australia consentono di portare il Galaxy Note 7 a bordo, ma i passeggeri non possono accenderlo e non possono ricaricarlo mediante la porta USB del sistema di intrattenimento. Quindi, lo smartphone deve rimanere spento per tutta la durata del volo. La decisione è stata presa a scopo precauzionale, in seguito al richiamo effettuato da Samsung. Il produttore coreano ha interrotto la distribuzione del phablet e avviato la sostituzione volontaria nei paesi in cui il dispositivo è già in vendita.
La FAA (Federal Aviation Admistration) degli Stati Uniti ha dichiarato che non è stata presa nessuna decisione. L’attuale normativa prevede il divieto assoluto di portare nella cabina degli aerei e nel bagaglio (a mano e nella stiva) dispositivi con batterie difettose. Ma Samsung non ha effettuato il richiamo seguendo la corretta procedura, ovvero coinvolgendo la Consumer Product Safety Commission, per cui la FAA deve valutare bene la questione.
Intanto Samsung ha scoperto che il surriscaldamento e la successiva esplosione delle batterie è dovuto al contatto tra anodo e catodo, un evento piuttosto raro. La sostituzione dei 2,5 milioni di Galaxy Note 7 costerà al produttore oltre un miliardo di dollari.
Aggiornamento: anche la FAA ha chiesto ai passeggeri di non non accendere o ricaricare il Galaxy Note 7 a bordo e di non lasciarlo nel bagaglio registrato.
FAA Statement on Samsung Galaxy Note 7 Devices https://t.co/NADpT5Jma4 pic.twitter.com/e9uJvNmUUq
— The FAA ✈️ (@FAANews) September 8, 2016