In che modo sta evolvendo il concetto di mobilità? Quanto il progresso tecnologico e l’integrazione di sistemi ereditati dall’universo mobile cambierà il modo di viaggiare? L’abbiamo chiesto ad una voce autorevole, in occasione dell’AppLink Mobility Challenge organizzato da Ford a Berlino e che ha visto rispondere all’appello decine di sviluppatori da tutto il mondo.
Dall’utilizzo dei Big Data per offrire soluzioni e servizi finalizzati a migliorare l’esperienza di viaggio fino alle potenzialità delle connected car, dalla migrazione che porterà dal modello di ownership a quello di usership fino agli scenari legati alla guida autonoma. Abbiamo approfittato dell’iniziativa in scena nella capitale tedesca per rivolgere qualche domanda a Don Butler, Executive Director, Connected Vehicle and Services di Ford Motor Company. Uno scambio di battute utile per capire in che modo l’automobile, in futuro, non sarà più solamente un mezzo di trasporto.
Intervista a Don Butler
Innanzitutto, dacci una definizione di Smart Mobility.
La Smart Mobility, per Ford, tocca cinque aspetti relativi i veicoli e l’esperienza di guida. Il primo riguarda la connettività: le vetture sono connesse e parte della Internet of Things. Il secondo fa riferimento ai dati raccolti in questo processo: Big Data e Smart Data, che permettono all’auto di prendere decisioni. Ci sono poi i differenti modi di intendere la mobilità, che vanno ben oltre il possedere un veicolo, come la usership e diversi modelli di business.
Anche la guida autonoma rientra rientra nei piani futuri di Ford Smart Mobility, ad esempio per i servizi di trasporto. Ultimo, ma non meno importante, l’esperienza del cliente dev’essere parte di una relazione con Ford: dobbiamo essere più di un’azienda che produce hardware. Dopo aver acquistato un’automobile, anche se ne sei soddisfatto, è importante che si crei un rapporto con noi.
Dunque, un’automobile non è più soltanto un’automobile?
Esattamente. Proprio così. Un’automobile è una piattaforma sulla quale creare una relazione.
Possiamo dire che, in un certo senso, i veicoli saranno gestiti come gli smartphone?
Certo, come gli smartphone. Il mondo è sempre più connesso e i veicoli ne fanno parte. A noi spetta il compito di proteggere la privacy dei nostri utenti e clienti, oltre la loro sicurezza, garantendo la protezione da hacking e cyberattacchi. Lavoriamo molto su questi aspetti, per introdurre i benefici legati alla mobilità connessa.
A proposito delle self-driving car, come verranno integrate in questa visione di Smart Mobility?
Abbiamo annunciato che nel 2021 produrremo un veicolo a guida autonoma, una sorta di Robotic Taxi Service. Non una vettura che tutti potranno comprare, ma finalizzata ai servizi di trasporto pubblico. Pensiamo che per un po’ di tempo questo tipo di auto non sarà acquistabile da chiunque, per diverse ragioni: innanzitutto per il costo, poi perché vediamo un’opportunità reale e immediata nel loro impiego per il trasporto pubblico. È in questo ambito che si vedranno le prime innovazioni legate alla guida autonoma.