Nuovo attacco all’universo della musica in streaming, in particolare alla piattaforma di Apple Music. Anohni, l’artista conosciuta in passato come voce degli Antony & The Johnsons, ha reso note parole dure nei confronti del servizio musicale targato mela morsicata, paragonandolo a un fast food della tecnologia. E in merito allo streaming più in generale, ritiene l’industria abbia trasformato i musicisti in “gatti privati dei loro artigli”, poiché epurati da qualsiasi forma di potere.
A rendere nota la presa di posizione dell’artista è NME, testata che ne riporta alcuni passi di una recente intervista. Anohni, fresca di una collaborazione primaverile proprio con Apple Music, ha manifestato insoddisfazione per ciò che lo streaming è oggi e per l’industria che rappresenta. Un settore che avrebbe svilito i musicisti di qualsiasi potenzialità, trasformandoli in brand da cui attingere all’occorrenza, senza svilupparne il potenziale creativo.
I musicisti sono stati privati dell’abilità di vendere musica come un oggetto. […] Ipotizziamo che il tuo focus musicale sia la giustizia sociale: questa giustizia sociale diviene una grande parte del tuo “brand”. Ti capita di partecipare a qualche show televisivo e di ottenere molti follower su Twitter. Non appena hai sufficienti follower, queste multinazionali bussano alla tua porta per affittare il tuo brand, quindi si volteranno e lo useranno come un ferormone per vendere i loro prodotti. E tu dovrai spendere soldi per realizzare un video musicale e coprire i costi di registrazione.
Il riferimento, così come già anticipato, sembra essere alla collaborazione con Apple avvenuta la scorsa primavera, per il video “Drone Bomb Me”, con protagonista Naomi Campbell. Una questione che Anohni ha di recente esplicitato in un’intervista per il The Creative Independent:
È stato un esperimento e una sfida. Le etichette discografiche non possono più permettersi di anticipare l’intero costo della produzione di un disco, né pagare per un video ambizioso. Quindi, dopo qualche esitazione, ho acconsentito di lavorare con Apple sul video. Volevo che il video avesse un ampio bacino e solo Apple avrebbe potuto offrirmi le risorse per raggiungere questo obiettivo. […] Nessuno è stato pagato per questo video, fatta eccezione per il parrucchiere. Tutto è stato fatto sostanzialmente gratis, solo per realizzare un prodotto che siamo stati obbligati a offrire ad Apple per una frazione rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare se l’avessero gestito come uno spot pubblicitario – ciò che il video naturalmente era, sebbene non volevo ammetterlo ai tempi. […] Il fatto che io sia un’artista politicamente schietta è uno strumento pubblicitario più potente per Apple rispetto a 100 spot più espliciti. Crea la falsa idea Apple sia moderna, sostenga gli artisti, sia un’innovatrice anticonformista, sia amica dell’ambiente, tenga alle persone e alle comunità, invece è il McDonald’s della tecnologia consumer, la cui ricchezza è stata largamente rubacchiata da ciò che, un tempo, era biodiversità dell’industria musicale.
Al momento, dalle parti di Cupertino non è giunto alcun commento sulle dichiarazioni rese note da Anohni.