Dai termostati ai sensori di movimento, dai sistemi di illuminazione intelligente ai rilevatori di fumo, le soluzioni per la casa intelligente basate su tecnologie IoT entrano sempre più nelle case degli italiani. E siamo solo all’inizio se si considera che i device di giganti come Google, Apple, Amazon, devono ancora puntare sul nostro mercato. Le classiche di vendite comunque segnalano una crescita, che denota anche una mappa della capacità di spesa sull’innovazione.
Dall’analisi dei prodotti per la Smart Home venduti su Amazon.it nella
sua pagina Casa Intelligente nell’ultimo anno, la provincia di Milano si attesta come quella in cui l’Internet of Things è entrato maggiormente nelle case. Roma conquista il secondo posto del podio mentre Trieste completa il podio. Medaglia di legno alla provincia di Bologna mentre Cremona si attesa al 5° e Aosta al 6° posto. Nella classifica provinciale la Lombardia risulta protagonista in questa classifica e chiude la top 10 con le provincie di Como (7a), Pavia (8a), Monza e Brianza (9a) e Varese (10a). Le province piemontesi sono presenti nelle posizioni dalla 10 alla 20 con Novara (11a), Torino (12a) e Verbania (14a). Tra le province delle altre grandi città italiane, Padova e Verona sono 16a e 17a; Firenze si attesa al 21° posto, Genova al 27°, Napoli al 78° e Palermo all’86°.
Ovviamente questo genere di acquisti rappresenta una cartina di tornasole del potere economico, della modernità delle abitazioni, della qualità della connettività alla Rete, è inevitabile che risenta dei problemi storici del Belpaese, come il divario nord-centro-sud sia nelle competenze informatiche che nella ricchezza pro capite. Ma non corrisponde con esattezza: ad esempio il triveneto, generalmente molto in alto nell’ecommerce, è indietro nell’acquisto di questo genere di dispositivi always on. E di quali device si tratta? In primo piano la sicurezza attiva, come videocamere e allarmi, e quella passiva dell’illuminazione intelligente; seguono le prese intelligenti che consentono di programmare o attivare da remoto la fornitura elettrica, la gestione del clima dei termostati intelligenti e infine le soluzioni di automazione, ad esempio quelle per gestire da remoto l’apertura dei cancelli.
Il mercato italiano
Secondo i dati dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home e uno su quattro lo farà nel corso del 2016. Il comparto arriva così a pesare il 7% del mercato IoT in Italia, grazie soprattutto ad applicazioni di antintrusione e termostati controllati a distanza. Questo genere di oggetti connessi porta con sé molte discussioni, ma non come i veri e propri domestici-robot che nel giro di pochissimi anni arriveranno nelle case di moltissime persone. In quel caso, si tratta dell’abbinamento dell’oggetto connesso con l’intelligenza artificiale, il che alza l’asticella tanto dei servizi quanto delle questioni etiche che questi implicano, a partire dalla necessità in futuro di stabilire una più chiara sovranità dei dati.