Zalando ha lanciato un pilota che mira ad ampliare la strategia dell’azienda di Integrated Commerce, o commercio integrato fisico-online. In altri termini, dalla Germania sta per arrivare – anche in Italia, probabilmente – un sistema che mette nel marketplace del gigante dell’e-shopping anche gli inventari dei negozi di abiti e calzature. Il motivo? Il 90% degli articoli sono lì, non nei grandi centri di distribuzione.
Provate a immaginare questo scenario: un negozio di abbigliamento riceve sul proprio software un ordine impartito da un cliente, arrivato tramite la piattaforma Zalando. Il negozio ha 4 ore per evadere l’ordine (può anche rifiutarlo), e a quel punto lo impacchetta con una classica scatola di Zalando; arriva lo spedizioniere, gestito dalla società, che porta il pacchetto al cliente. Il negoziante capitalizza il proprio inventario grazie a una vetrina molto più grande, Zalando risponde ancora più velocemente a una richiesta online sfruttando una logica di opportunità e prossimità. Ad esempio il negozio più vicino, l’articolo particolare che non aveva nel proprio magazzino.
Tutto questo non sarebbe possibile senza un software sviluppato in partership con Gax System: il cuore di questa operazione. Philipp Kannenberg, membro del board di gaxsys GmbH, ha sottolineato che l’accesso all’ecommerce dei retailer locali dimostra come il commercio a livello locale e quello elettronico globale «possano convivere in totale sinergia e non facendosi concorrenza». Matteo Bovio, corporate communications manager di Zalando, racconta da Berlino la ragione di questo passo, per ora esteso a una decina di negozi in Germania:
Il nostro intento non è fare soltanto un marketplace per negozi, vogliamo diventare la piattaforma di servizi fashion per tutti, un “sistema operativo per la moda”. Naturalmente questo progetto va visto come un prodotto che aiuta i negozi, spesso micro, a passare da realtà fisiche a realtà ecommerce senza investimenti, ma è parte di un progetto più grande di integrazione forte del commercio fashion a cui tendiamo.
Mettere online l’assortimento, impagabile, dei negozi sarebbe un colpo clamoroso per Zalando, quasi superfluo spiegare perché. Con un ostacolo potenziale da superare: i diversi livelli di infrastruttura informatica e di autonomia che i negozi hanno rispetto alle piattaforme. Come integrare tutto?
La domanda è giusta. Non ci accontentiamo dell’idea win-win per cui ci sono vantaggi economici per il negozio. Giustamente esistono dei rapporti, per questo pensiamo di farlo soltanto ora, dopo otto anni di collaborazione coi brand. La reputazione costruita col lavoro, la nostra competenza sulle operations dimostrerà che è un obiettivo possibile.
Zalando
Zalando è una realtà globale che un anno fa ha aperto un proprio centro di distribuzione anche in Italia, secondo Paese dopo la Germania. L’apertura del magazzino satellite a Stradella ha permesso di ridurre considerevolmente i tempi di consegna, con oltre 60% degli ordini. I risultati del primo semestre 2016 di tutta l’azienda dicono di una crescita costante e ricavi eccezionali (916 milioni di euro). Negli ultimi 12 mesi, grazie al focus sul mobile, i download dell’app di Zalando sono raddoppiati, con una crescita del 90% degli ordini effettuati tramite app anno su anno. Il numero di clienti attivi ha raggiunto la quota record di 18,8 milioni al termine del secondo trimestre 2016, con una media di 3,3 ordini all’anno per cliente attivo. Rispetto al 2015 il numero di dipendenti è cresciuto, e ora il team tecnologico è composto da più di 1.300 dipendenti dislocati in sette sedi.