Continua senza sosta la fase d’espansione di Apple Pay: il servizio di pagamento targato mela morsicata, infatti, è sbarcato ufficialmente in Nuova Zelanda. La società californiana lavora senza sosta per portare la sua piattaforma in sempre più nazioni, anche se all’appello manca ancora l’Italia. E, per il momento, non sembrano esserci indicazioni relative a un approdo tricolore imminente.
Disponibile da oggi, il servizio in Nuova Zelanda è al momento abbinato unicamente ai conti ANZ Bank. I clienti possono quindi registrarsi ad Apple Pay, aggiungere i dati di una carta di credito Visa e procedere agli acquisti. Rispetto ad altre nazioni, però, per compere di valore superiori agli 80 dollari neozelandesi si renderà necessario un ulteriore passaggio di sicurezza, con l’inserimento di un pin numerico, oltre alle verifiche classiche di Apple Pay.
Il supporto nella grande distribuzione sembra essere sufficientemente esteso: al lancio, infatti, gli utenti potranno sfruttare Apple Pay nelle catene McDonald’s, Glassons, Hallenstein Brothers e K-Mart. Gli operatori con sede legale in Australia, invece, non paiono essere pienamente supportati: secondo quanto riferisce AppleInsider, il cammino di Apple Pay proprio in Australia sarebbe molto difficoltoso, perché le realtà locali non avrebbero trovato un accordo sulle commissioni che il gruppo di Cupertino tratterrebbe per l’utilizzo del servizio.
Apple Pay è oggi disponibile negli Stati Uniti, in Canada, in Francia, nel Regno Unito, in Cina, in Giappone, a Taiwan, in Spagna e in Svizzera. Sebbene qualche settimana fa si sia parlato di un’espansione imminente in tutta Europa, non sembrano esservi piani evidenti per il lancio in Italia. Non, almeno, entro la fine del 2016. Non è ancora certo, allo stesso modo, che sia il successivo 2017 l’anno giusto per l’approdo tricolore della piattaforma di pagamento targata Apple: quello italiano è un mercato molto complesso, infatti, e oltre agli accordi con gli istituti bancari, la Mela potrebbe fare i conti con l’abitudine degli italiani a preferire contante alla moneta elettronica.