Con il rilascio di Apple Watch, e la presentazione della seconda edizione avvenuta lo scorso settembre, la società di Cupertino ha voluto concentrare i propri sforzi sul mondo del fitness. E, a quanto pare, gli sforzi di Apple si sarebbero rivelati egregi: secondo una recente ricerca, infatti, l’orologio targato mela morsicata è il fitness tracker più preciso sul mercato.
A rivelarlo è uno studio condotto da Cleveland Clinic, pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Cardiology: di tutti gli smartwatch e i fitness band disponibili sul mercato, Apple Watch è il dispositivo dalle misurazioni più precise. La ricerca ha coinvolto 50 adulti dalle buone condizioni di salute: i partecipanti sono stati collegati a un elettrocardiogramma, lo strumento più idoneo e affidabile per misurare l’attività cardiaca, quindi sono stati loro forniti diversi dispositivi wearable: il Fitbit Charge HR, il Mio Alpha, il Basik Peak e, come già accennato, Apple Watch. Dopodiché, si sono vagliate le misurazioni sia dell’elettrocardiogramma che dei fitness tracker, in tre attività differenziate: il riposo, la camminata e la corsa su un tapis roulant.
Di tutti i dispositivi analizzati, Apple Watch è quello che si è rivelato più accurato: l’orologio intelligente, infatti, raggiunge il 90% di letture esatte rispetto all’elettrocardiogramma. I device rivali, invece, si attesterebbero al di sotto dell’80% di affidabilità.
La grande problematica incontrata da quasi tutte le alternative, compreso Apple Watch, pare sia relativa all’aderenza al polso. Man mano che l’attività fisica aumenta, tra salti e movimenti, il dispositivo può perdere il contatto diretto con la pelle del polso per qualche secondo, un fatto che può portare a letture falsate della frequenza cardiaca. Per questo motivo, i ricercatori sono giunti alla conclusione che i fitness tracker non possono essere considerati dei sostituti dei dispositivi medici, non almeno in senso stretto, ma possono di certo ritornare utili per un monitoraggio domestico a livello di controllo o, in alternativa, per allertare i pazienti di condizioni potenzialmente pericolose che, altrimenti, rischierebbero di passare inosservate.