La sonda Schiaparelli della missione ExoMars è caduta sul suolo di Marte e ci sono poche possibilità che possa trasmettere segni di vita. I dati che sono stati raccolti dall’ESA indicano che i retrorazzi necessari per far atterrare dolcemente il lander sul suo marziano hanno funzionato per solamente tre secondi e poi il computer di bordo avrebbe deciso di spegnerli. La procedura di atterraggio avrebbe funzionato sino al distacco dello schermo posteriore del paracadute e poi il buio.
Per gli esperti di ESA, a seguito dello spegnimento dei razzi, Schiaparelli dovrebbe essere semplicemente caduto al suolo senza controllo e subendo in pieno la forza di gravità sulla sua ingente massa. Tuttavia una flebile speranza rimane sempre anche se le prospettive non sembrerebbero essere positive: gli scienziati della missione, infatti, stanno ancora analizzando una mole impressionante di dati ed è presto per dire esattamente quale sia stata la fine della sonda anche se è difficile pensare in questo momento che il lander sia atterrato senza danni e che sia pronto ad operare visto che non arrivano segni di vita in tal senso. Gli scienziati, comunque, stanno lavorando all’analisi dei dati inviati dalla sonda Tgo (Trace Gas Orbiter), in orbita intorno a Marte, e che hanno registrato quanto accaduto a Schiaparelli.
Qualcosa è andato storto e l’ESA dovrà capire esattamente cosa anche perché l’hardware di Schiaparelli si sarebbe comportato esattamente come da specifiche e dunque correttamente. L’analisi dei dati sarà comunque preziosa perché consentirà di affinare le missioni spaziali su Marte che in futuro vedranno protagonista direttamente l’uomo: la spedizione doveva fungere anzitutto da test per il difficile compito di attraversare la rarefatta atmosfera marziana riuscendo a rallentare in tempo per arrivare docilmente al suolo.
Da capire, dunque, cosa sia successo davvero. Non sarebbe stato un problema di comunicazione e Schiaparelli si sarebbe comportato bene sino ai fatidici ultimi 50 secondi. Tra i possibili imputati un problema al computer o all’altimetro. Il team che sovrintende allo strumento “Amelia” crede che la maggior parte dei dati sia stata raccolta. “Amelia” era uno strumento di bordo che doveva analizzare le tecnologie e le procedure di discesa sul suolo marziano.