Sono passati i tempi delle buone maniere, del chiedere permesso ai presenti e del tenere la voce bassa. Huawei ormai è una certezza, un colosso, un padrone. E se la comanda come è giusto che sia. In cinque anni ha scalato la vetta a ritmi sorprendenti, diventando il numero uno in Italia e uno dei principali produttori assoluti a livello globale. Alla faccia di Samsung, Apple e compagnia cantante, che prima guardavano Huawei dal basso in alto e adesso portano la mano alla tesa del cappello in segno di rispettoso saluto quando se lo ritrovano davanti.
Hall delle grandi occasioni quindi, quella dell’Hotel Dolce, alle porte di Monaco di Baviera, dove l’ormai consueto assembramento di giornalisti da tutto il mondo ha fatto da testimone al lancio del nuovo Huawei Mate 9, e ha contestualmente dato il benvenuto – da parte della stampa italiana – al neo General Manager Consumer Business Group per l’Italia, James Zou. Video emozionali e coreografie sul palco hanno aperto l’evento, protagonista chiaramente il nuovo phablet (le specifiche dettagliate sono nell’anteprima del Huawei Mate 9 di Webnews).
Nato per durare
Nelle intenzioni del produttore cinese, si tratta di un device nato per durare nel tempo perché adotta hardware di ultima generazione (il processore Kirin 960 è il primo ad adottare un SoC Cortex-A73), offre la piena compatibilità con Google Daydream per la realtà virtuale, connettività completa di ogni standard più recente (4G e Wi-Fi) e un sistema di ricarica rapida Type-C (Huawei Super Charge) da 3.5-5V/5° che regola anche l’input di energia per proteggere la batteria e garantirle una vita più lunga.
Inoltre il Mate 9 ha un cervello pensante, un sistema predittivo basato sul machine learning con algoritmo proprietario che ottimizza contemporaneamente la gestione di CPU, memoria e storage. In pratica, studia le consuetudini di utilizzo delle app da parte dell’utente, allocando maggiori risorse a quelle più impiegate onde garantire sempre la massima produttività e un’efficienza generale maggiormente ottimizzata.
Anche le possibilità di intrattenimento non sono da poco, a partire dal processore grafico a 8 core, il nuovissimo Mali-G71 con librerie grafiche Vulkan, un sistema audio stereo con doppia uscita frontale, e un comparto fotografico Leica-certified di seconda generazione.
I due obbiettivi posteriori (un sensore RGB da 12 MP e uno monocromo da 20 MP) sono dotati di stabilizzatore ottico, zoom ibrido e autofocus ibrido (laser, a fase, contrasto e profondità – quest’ultimo permette di modificare la profondità di campo dopo lo scatto per aggiungere drammaticità ai primi piani) e registrano anche video in 4K con codec H.265 e noise reduction garantita da 4 microfoni direzionali.
Ha dichiarato Pier Giorgio Furcas, Deputy General Manager di Huawei Italia: “Rispetto al P9 e P9 Plus, le caratteristiche della fotocamera sono aumentate. Oltre ai megapixel dei due sensori, abbiamo montato lo stabilizzatore ottico e migliorato le prestazioni in bassa luce. Le fotografie, per noi, rappresentano un valore aggiunto da dare al consumatore: a volte può essere proprio la fotocamera di uno smartphone che può far appassionare alla fotografia, se ha le qualità giuste”.
Veloce come una Porsche
Il Mate 9 arriva sul mercato in due edizioni. Oltre a quella di cui sopra, infatti, Huawei ne ha presentata un’altra di lusso, nel vero senso della parola: Huawei Mate 9 Porsche Editition. Si tratta di un modello da 5,5 pollici con schermo 2K, dotato di ben 6 GB di RAM e di 256 GB di ROM dal costo proibitivo: € 1350.
La scintillante versione Porsche ha un look & feel decisamente diverso dal suo compagno, vuoi per le curve dello schermo più accentuate, vuoi per i comandi Android touch o, semplicemente per la griffe del logo Porsche campeggiante sul retro del dispositivo.
Ha specificato Furcas: “Il Porsche Edition sarà venduto solo nei Porsche store. Al di là del costo, rappresenta la volontà di Huawei di dimostrare che, oltre alle caratteristiche tecniche, siamo in grado di unire anche design di alta qualità e innovativo”.
Android 7.0 e EMUI 5.0
Future-ready è anche la parte software del Mate 9, il primo dispositivo Huawei ad adottare sia l’ultimissima versione di Android (Nougat) sia l’inedita interfaccia utente EMUI 5.0.
Più pulita e graficamente molto curata, la versione 5.0 è stata sfoggiata per la prima volta proprio in questa occasione, distinguendosi subito per la razionalizzazione del suo utilizzo. Huawei ha infatti progettato un’interfaccia che non richiede mai più di tre passaggi per raggiungere una funzione ed è anche capace di determinare in maniera predittiva se l’utente ha premuto erroneamente un comando a schermo.
Secondo Furcas: “Con il nuovo machine learning del Mate 9, il telefono può imparare le abitudini dell’utente nell’utilizzo delle funzioni e delle applicazioni, facilitando l’accesso in funzione delle abitudini personali. È una sorta di intelligenza artificiale che migliora l’esperienza d’uso dell’EMUI”.
Vero plus di EMUI 5.0 è però altro. In primis va il Privacy Space, un’area del telefono del tutto riservata e accessibile solo tramite sensore biometrico con un’impronta diversa da quella con cui si sblocca solitamente il terminale. In secundis, il Dual Instant Massaging, che permette di gestire contemporaneamente due account distinti di un medesimo strumento social (due account Facebook, due Twitter, ecc.) sfruttando in maniera inedita la funzionalità Dual SIM.
Pensare in grande
E così, mentre passava quasi inosservato il debutto del tutto inatteso del Huawei Fit (i dettagli nell’anteprima dedicata), il lancio del Huawei Mate 9 rappresenta una chiara dichiarazione di intenti, uno statement, per dirla all’inglese. Specifiche da urlo, funzionalità intelligenti, interfaccia rivisitata e partnership come Leica e Porsche che fanno brand da sé sono elementi di grande appeal e, nella visione del produttore cinese, il meglio che si possa desiderare.
“Il mate 9 è la nostra punta di diamante”, conclude Furcas “perché incorpora tutto il meglio che Huawei ha da offrire oggi. Non parlo soltanto di Porsche o di Leica – che comunque è già arrivata alla seconda generazione in soli sei mesi – ma soprattutto di feature interne al prodotto, come il chipset potente e la batteria capiente, due aspetti fondamentali per gli utenti nella scelta di un prodotto”.
Non è quindi un caso che il prezzo del nuovo phablet non sia propriamente à la Huawei: più di 700 euro non sono per tutte le tasche – per non parlare del costo per l’esclusiva versione Porsche Design. Che si sappia, insomma, che sono passati i tempi del “fuori tutto” e della convenienza: Huawei è assorto a grande marchio, a un pari della casta, e ora punta a diventarne il leader.