Gli strumenti offerti dal servizio Google Traduttore, nella sua versione Web così come sotto forma di applicazioni mobile, sono utili ogni giorno a milioni di persone per comprendere il significato di un testo scritto in un’altra lingua o per comunicare quando si trovano all’estero. Tutto questo senza dimenticare la capacità di interpretare quanto pronunciato a voce.
La piattaforma oggi evolve con l’introduzione di una tecnologia che il gruppo di Mountain View chiama Neural Machine Translation. Il risultato è presto detto: la qualità delle traduzioni aumenta notevolmente, avvicinandosi a quelle che è possibile ottenere affidandosi all’orecchio esperto e alle abilità di chi conosce entrambe le lingue interessate. Questo perché invece di limitarsi a convertire da un idioma all’altro singole parole o brevi porzioni di una frase, il sistema analizza il testo nella sua interezza, così da coglierne il significato e il contesto, offrendo dunque una traduzione più affidabile e verosimile.
Un esempio fornito da bigG, per la conversione da tedesco in inglese, ne mostra l’efficacia. Si passa dalla vecchia traduzione “No problem can be solved from the same consciousness that thay have arisen” a “Problem can never be solved with the same way of thinking that caused them”. Al momento la tecnologia interessa solo otto lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, cinese, giapponese, coreano e turco. Google ha però già dichiarato di volerla introdurre anche per quelle parlate in altri paesi, compreso il nostro.
È il nuovo step evolutivo di un servizio che, a più di dieci anni di distanza dal lancio, continua progressivamente a migliorarsi, in questo caso grazie alle potenzialità dell’intelligenza artificiale e del machine learning.