Gli iPhone del futuro potrebbero essere prodotti negli Stati Uniti. È quanto emerge da un’indiscrezione pubblicata dal sito giapponese Nikkei Asian Review, testata che riferisce possibili piani di Foxconn per l’apertura di alcuni impianti a stelle e strisce. Una strategia, se confermata, che potrebbe rallegrare i critici in patria del gruppo di Cupertino, tra cui anche il neoeletto Presidente. Donald Trump, infatti, qualche mese fa aveva sollevato alcune polemiche nei confronti di Apple, affermando di voler fare quanto in proprio potere per riportare la produzione fra i confini degli States.
Stando a quanto rivelato dal report giapponese, seppur non vi siano conferme ufficiali, Apple avrebbe chiesto ai partner Foxconn e Pegatron di sviluppare un piano preliminare per il possibile trasferimento della produzione negli Stati Uniti. Secondo la testata nipponica, Pegatron avrebbe rifiutato una simile prospettiva dati costi troppo elevati, mentre Foxconn pare abbia dimostrato maggiore entusiasmo, seppur consapevole delle differenze di costo che sussistono tra la Cina e gli USA.
Apple ha chiesto a giugno sia a Foxconn che a Pegatron, i due fornitori di iPhone, di analizzarne la produzione degli Stati Uniti. Foxconn ha acconsentito, mentre Pegatron ha rifiutato la formulazione di un piano a causa di preoccupazioni sui costi.
Così come già anticipato, qualche mese fa Donald Trump, oggi neoeletto Presidente degli Stati Uniti, aveva sollevato critiche nei confronti dell’azienda di Cupertino, in particolare a seguito delle contrapposizioni tra Apple e l’FBI. Aveva quindi promesso ai suoi elettori di “obbligare Apple a produrre i suo dannati computer in questa nazione”, avanzando la possibilità di una tassa del 45% sull’importazione dalla Cina. Così come emerso la scorsa settimana, tuttavia, pare non sia nelle funzioni del Presidente imporre simili dazi, se non in casi estremamente eccezionali e per una durata non più estesa di 150 giorni.
Al momento, le indiscrezioni giapponesi non trovano conferma in nessuna delle società citate, non resta quindi che attendere eventuali conferme, o smentite, dalle parti della California.