Lo avevano dato per morto all’inizio degli anni ’90, poiché ormai superato dalla comodità e dalla qualità di riproduzione del CD. Eppure, mai come in questi anni il vinile ha saputo risorgere dalle proprie ceneri, affermandosi sul mercato e facendosi largo in un settore sovraffollato di alternative digitali. Tanto da superare, la scorsa settimana, il valore dei download musicali, la modalità oggi più gettonata per l’acquisto di singoli e album. Succede nel Regno Unito, dove la consacrazione del vinile è in atto ormai da tempo e giunge oggi al suo riconoscimento ufficiale.
Secondo quanto reso noto dall’Entertainment Retailers Association, la vendita di vinili ha superato il valore dei download musicali nel Regno Unito: la scorsa settimana, i brani digitali hanno conquistato quota 2.1 milioni di sterline, contro i 2.4 milioni di 33 e 45 giri. E sebbene il ritorno al vinile sia un fenomeno già in atto da diverso tempo, queste cifre aiutano a categorizzarlo: non si tratta più di un semplice effetto nostalgia, oppure di una nicchia per appassionati, bensì di una modalità di distribuzione e di fruizione tanto ricca quanto le alternative digitali.
I numeri sono decisamente stupefacenti, se si considera come nel 2015 siano stati soltanto 1.2 i milioni di sterline raccolti dal vinile, contro i 4.4 del download. Le motivazioni potrebbero essere le più svariate, ma innanzitutto è necessario considerare le variabili sia stagionali che relative alla modalità fruizione da parte degli ascoltatori. La prima ragione è infatti connessa al successo planetario dello streaming, un sistema d’ascolto che porta fisiologicamente al calo dei download: il fatto che il brano preferito sia ospitato da un server remoto, anziché disponibile localmente sul proprio dispositivo, non sembra minimamente turbare l’utente. La seconda, è ovviamente relativa al Natale: all’avvicinarsi delle feste, infatti, sono molti i consumatori che optano per un vinile come regalo ad amici e parenti, molto più tangibile e originale rispetto a una gift card per lo scaricamento di brani.
Eppure, la momentanea vittoria del vinile potrebbe non essere solamente dovuta a fattori contingenti, ma anche alla necessità, in un certo senso, di “riappropriarsi” della musica. In un universo dove brani e singoli sono diventati immateriali, sembra che il consumatore sia tornato sui propri passi, preferendo una soluzione che può non solo ascoltare, ma anche vedere e toccare. L’ascolto di un vinile, d’altronde, presuppone una certa ritualità, nonché un’attenzione vivace da parte dell’appassionato, tra regolazioni dei giradischi, manutenzione e cura. Una necessità, quest’ultima, certamente colta dalle etichette discografiche, considerato come da un biennio a questa parte quasi tutte le nuove uscite siano accompagnate anche da copie a 7 e 12 pollici. Lunga vita, quindi, ai 33 e ai 45 giri.