Linda Rosenthal, rappresentante democratica dell’amministrazione di New York, ha firmato una proposta di legge che vorrebbe proibire in tutto lo stato di affittare una stanza, una casa o un appartamento per un periodo inferiore ai 30 giorni. Come si può facilmente intuire, una normativa di questo tipo costituirebbe un ostacolo per l’attività di una piattaforma come Airbnb.
Gli host della grande mela, ovvero coloro che si affidano al servizio per mettere a disposizione dei viaggiatori i propri appartamenti non occupati o anche solo una stanza delle abitazioni private, hanno fatto sentire la propria voce durante un’udienza alla quale ha partecipato anche il sindaco Bill de Blasio. La loro posizione è chiara: c’è bisogno di una regola, ma strutturata in modo tale da colpire esclusivamente chi opera in qualità di gestore di hotel non autorizzati (ovvero chi affitta da altri numerose stanze per poi proporle sulla piattaforma a prezzi maggiorati), non pensata per prendere di mira chi si affida ad Airbnb per avere una legittima fonte di guadagno.
Nel disegno di legge si parla di sanzioni pari a 1.000 dollari per la prima infrazione, 5.000 dollari per la seconda e 7.500 dollari dalla terza in poi. Questa la posizione ufficiale dell’azienda
Speriamo sia stata ascoltata la voce delle centinaia di host, così come dei professionisti e delle organizzazioni che intendono combattere la piaga di chi gestisce hotel illegali, non per colpire le famiglie della classe media che faticano a pagare le bollette.
L’atteggiamento di Airbnb, che in un futuro non troppo lontano potrebbe iniziare a svolgere la funzione di intermediario anche per l’acquisto dei biglietti aerei, è collaborativo.
Desideriamo collaborare con l’amministrazione per raggiungere l’obiettivo. La maggior parte degli host di New York condivide solo la propria casa e non merita di essere punita con multe più salate di quelle che vengono commissionate a chi tratta male i propri inquilini.