È stato un 2016 davvero promettente, quello da poco conclusosi per l’universo di App Store. Il negozio virtuale di Cupertino, infatti, sembra abbia raggiunto un incremento del 40% nelle vendite rispetto all’anno precedente, grazie alla presenza di titoli di culto come Pokémon GO e Super Mario Run. È quanto rivela la stessa società di Cupertino, così come App Annie e il Financial Times. Un vero successo per Apple, capace di battere la concorrenza di altre piattaforme software con il proprio ecosistema integrato.
Nel corso del 2016, App Store ha assunto il ruolo di migliore piattaforma per la distribuzione di software mobile. È quanto ha confermato Phil Schiller, spiegando come l’anno appena trascorso sia stato in grado di abbattere ogni record del gruppo: non a caso, sono più di 20 i miliardi di dollari distribuiti nelle mani degli sviluppatori. E oggi lo conferma anche App Annie, nel sottolineare come la spesa media degli utenti di iOS per il software aumentata del 40% su base annua, contribuendo così all’espansione dell’intero mercato delle applicazioni del 24%, incluso Android. Uno stato di grazia che pare sia pronto a estendersi per tutto il 2017, considerato come solo il primo gennaio gli utenti abbiano abbattuto un altro record, con 240 milioni di acquisti digitali in sole 24 ore.
Danielle Levitas, analista per App Annie, ha spiegato come Cupertino sia riuscita a battere ogni competitor sul mercato globale: a parità di revenue sharing con altre piattaforme, infatti, App Store gode di una spesa maggiore per singolo utente.
Il fatturato di App Store ha superato l’intera industria. Quando confrontata con Google Play o gli store cinesi per Android, Apple continua a ottenere una maggiore spesa per singolo utente, per un gap in progressiva crescita.
Non sono solo i guadagni a cresce, però, ma anche il numero delle app disponibili nonché la fetta di revenue sharing per gli sviluppatori. Il catalogo di App Store è aumentato del 20% in 12 mesi, con il gaming in testa fra le categorie di software più gettonate dai clienti. Sempre più gradite, tuttavia, anche le applicazioni che prevedono una sottoscrizione, quali le piattaforme dedicate allo streaming musicale o audiovisivo: un fatto non da poco per gli sviluppatori e le aziende di terze parti, considerato come Apple conceda, dalla scorsa estate, un revenue sharing dell’85% per ogni utente rimasto abbonato per più di un anno.