Secondo quanto riferisce Reuters, la Volkswagen sarebbe molto vicina a trovare un’intesa finale con le autorità americane per quanto riguarda il clamoroso scandalo delle sue auto diesel del 2015, noto a tutti come dieselgate. La casa automobilistica tedesca ha affermato che intende dichiararsi colpevole delle accuse penali e che pagherà al governo una cifra leggermente superiore ai 4.3 miliardi di dollari.
Nel settembre dello scorso anno, la società ha ammesso l’installazione di un software segreto in più di mezzo milione di veicoli venduti negli Stati Uniti, utilizzato per ingannare i test delle emissioni di scarico. Secondo il New York Times, la Volkswagen si aspetta di dichiararsi colpevole di una serie di accuse, tra cui la violazione del Clean Air Act e ostruzione alla giustizia. La multa di 4.3 miliardi di dollari coprirebbe le accuse penali e civili da parte del governo federale (comprese le sanzioni ambientali), ma è da intendersi separata dai miliardi di dollari che l’azienda ha messo da parte per le cause civili con i proprietari delle auto. Complessivamente, la Volkswagen potrebbe andare a spendere oltre 20 miliardi di dollari, una cifra elevatissima che renderebbe lo scandalo del dieselgate uno dei più cari della storia.
Il patteggiamento, se sarà accettato dalle autorità americane, dovrebbe porre finalmente la parola fine a questa triste vicenda. Nonostante lo scandalo, il Gruppo Volkswagen ha realizzato vendite record lo scorso anno. Comprendendo tutti i suoi marchi e cioè anche Audi, Porsche e Skoda, la società ha venduto circa 10,3 milioni di veicoli in tutto il mondo nel 2016, con un aumento del 3,8% su base annua.
Il dieselgate, comunque, ha avuto il merito di dare uno scossone all’industria automobilistica. Grazie allo scandalo, le aziende hanno iniziato a investire seriamente su un futuro di una mobilità alternativa e più sostenibile e la riprova arriva dai molti modelli di auto ibride o elettriche che le molte società lanceranno nei prossimi anni, Volkswagen inclusa. Inoltre, il dieselgate ha probabilmente messo la parola fine all’era dei motori diesel, molto diffusi soprattutto in Europa ma che per rispettare le prossime severissime normative in materia di inquinamento diventeranno poco sostenibili economicamente per le case automobilistiche, almeno sui piccoli modelli di auto.