Quando nel 2014 fu annunciata l’acquisizione di Titan Aerospace da parte di Google (ponendo così fine alle speranze di Facebook), si iniziò a parlare del possibile impiego di droni in volo ad alta quota da parte del gruppo di Mountain View per combattere la piaga del digital divide, in modo da inviare al suolo il segnale necessario per garantire l’accesso a Internet anche nelle zone non coperte da connettività.
La creazione della parent company Alphabet, l’anno successivo, portò il team al lavoro sul progetto ad essere assorbito dal laboratorio X guidato da Astro Teller. Oggi l’annuncio che la squadra non esiste più. È stata smantellata: parte del personale sarà impiegata dai gruppi al lavoro su progetti simili, come Project Loon e Project Wing, mentre ad altri è stato chiesto di cercare posizioni aperte all’interno di bigG. Di seguito è riportata, in forma tradotta, la dichiarazione rilasciata da un portavoce dell’azienda californiana alla redazione del sito 9to5Google, per fare chiarezza su quanto accaduto.
Il team di Titan è stato portato all’interno di X all’inizio del 2016. Abbiamo terminato la sperimentazione relativa all’impiego di droni ad alta quota per la distribuzione dell’accesso a Internet poco dopo. Per fare un confronto, a questo stadio la fattibilità tecnica ed economica di Project Loon offre una via molto più promettente per connettere le aree rurali e più remote del pianeta. Molte persone di Titan stanno ora offrendo le loro competenze come parte di altri progetti legati al volo all’interno di X, come Loon e Project Wing.
Effettivamente, la finalità di Project Loon è molto simile a quella con la quale è nata l’idea di acquisire Titan Aerospace negli anni scorsi. La differenza è rappresentata dal fatto che, mentre quest’ultimo progetto impiega droni ad alta quota per fornire connettività, Loon si affida a palloni aerostatici in orbita nella stratosfera.