Facebook ha deciso di prendere molto più sul serio il suo ruolo come fonte di informazione ed ha lanciato “Facebook Journalism Project“, cioè una nuova iniziativa che comprenderà una maggiore collaborazione con i mezzi di comunicazione, strumenti di formazione per i giornalisti ed un tentativo di formazione anche per il pubblico. Come parte dell’annuncio, Facebook ha confermato le indiscrezioni precedenti che anticipavano l’introduzione di spot pubblicitari all’interno dei video, una mossa potenzialmente redditizia sia per gli editori che per Facebook.
Fidji Simo, direttore prodotto di Facebook, ha evidenziato come una delle priorità del social network sia quella di far prosperare un sano giornalismo. Proprio per questo il social network ha annunciato un nuovo programma per stabilire legami più forti con l’industria delle notizie, ottemperando a quelle striscianti richieste di un correttivo a compensazione delle distorsioni apportate attraverso meme, fake news, clickbaiting e altro ancora. L’annuncio ha ricevuto a caldo commenti contrastanti. La nuova iniziativa arriva dopo che Facebook è stato ampiamente criticato per il suo ruolo nella diffusione di informazioni che avrebbero, secondo alcuni teoremi, addirittura influenzato l’esito del voto delle ultime presidenziali americane (nonché del referendum italiano): una reazione doverosa, ma da seguire con attenzione poiché tocca il nervo scoperto del giornalismo odierno.
Un problema serio che all’inizio era stato, forse, troppo sottovalutato. Proprio al riguardo, Facebook di recente ha annunciato una serie di nuovi strumenti atti a fermare il fenomeno delle false notizie all’interno della piattaforma. Inoltre, la scorsa settimana, Facebook ha nominato la nota giornalista Campbell Brown per gestire i rapporti con i media.
L’iniziativa “Facebook Journalism Project” è suddivisa in tre parti: collaborazione, strumenti di formazione per i giornalisti e strumenti di formazione per il pubblico. Per quanto riguarda il primo punto, Facebook ha notato che gli editori puntano a voler creare storie insieme. Anche se mancano dettagli, questo potrebbe suonare come l’arrivo di una qualche rivista digitale condivisa attraverso il social network utilizzando gli Instant Articles in cui gli editori potranno scegliere la notizia, l’immagine di copertina ed i video da inserire.
Oltre al formato degli Instant Articles, Facebook vuole anche aiutare a migliorare le prospettive delle notizie locali. I piccoli editori locali, infatti, sono stati tra i più colpiti dalla crisi economica.
Per quanto riguarda gli strumenti e la formazione per i giornalisti, Facebook introdurrà una sorta di “curriculum certificato” in collaborazione con The Poynter Institute for Media Studies per i giornalisti che completeranno i suoi corsi su come utilizzare al meglio la piattaforma.
Per quanto riguarda il pubblico, Facebook lavorerà con organizzazioni esterne su come promuovere l’alfabetizzazione per aiutare le persone a capire a quali fonti dare fiducia e a quali no. A tal fine, Facebook ha detto che sta lavorando con l’Arizona State University per capire come sostenere questo obiettivo. Infine, Facebook ha ribadito che continuerà gli sforzi per ridurre la diffusione delle notizie false all’interno della propria piattaforma.
Una apposita pagina farà da hub per le iniziative in arrivo. Ma il giornalismo intende davvero delegare a Facebook un ruolo tanto delicato quanto quello della piattaforma condivisa per la creazione e la diffusione delle notizie? Sarà questo uno dei temi forse più importanti del prossimo Festival del Giornalismo di Perugia.