I prezzi di App Store sono destinati a un aumento del 25% nel Regno Unito e, sebbene simili rincari coinvolgano anche India e Turchia, secondo gli esperti si tratterebbe di uno dei primi effetti della Brexit. Una notizia giunta con qualche ora d’anticipo rispetto alle dichiarazioni del Primo Ministro Theresa May, la quale ieri ha confermato non solo l’intenzione di abbandonare l’UE, ma anche di rinunciare al mercato unico. E sebbene proprio i mercati stiano rispondendo nel breve periodo in modo migliore rispetto alle previsioni più nefaste di qualche mese fa, a lungo termine la sterlina è comunque prevista in sensibile calo rispetto al dollaro. Motivazione, questa, che potrebbe progressivamente convincere i colossi dell’informatica a modificare i loro listini.
Così come anticipato da 9to5Mac negli scorsi giorni, i rincari di App Store dovrebbero essere di circa il 25% sulle precedenti tariffe: un’applicazione venduta negli Stati Uniti a 0.99 dollari, di conseguenza, non costerà più 0.79 sterline nel Regno Unito, bensì 0.99. Lo stesso anche per gli acquisti in-app oppure per servizi in abbonamento: la versione completa di Super Mario Run, il titolo del momento, pare sia ad esempio passata da da 7.99 a 9.99 sterline.
Apple non ha specificato se la decisione sia effettivamente connessa alla Brexit o, più genericamente, ad altre valutazioni sulla normale fluttuazione dei mercati. ZDNet ha riportato il commento di un portavoce dell’azienda, dichiarazione che tuttavia non contempla esplicitamente il recente esito referendario Oltremanica:
I prezzi di App Store sono decisi a livelli internazionale sulla base di diversi fattori, inclusi i tassi di scambio, le pratiche di business, le tasse e i costi. Questi fattori variano da regione a regione nel tempo.
Sebbene la decisione politica della Brexit non abbia probabilmente effetti immediati sulle strategie di business dei grandi colossi dell’informatica, poiché il processo d’uscita dall’UE richiederà almeno due anni dall’invocazione dell’Articolo 50 prevista a marzo, di certo le fluttuazioni della sterlina sono in grado di stimolare effetti presenti. Ad esempio, già nelle scorse settimane i principali produttori di hardware hanno ritoccato verso l’alto i prezzi dei loro prodotti distribuiti nel Regno Unito. Oltre ad Apple, infatti, sempre ZDNet riporta come vi sia stato un incremento anche nel software e nei servizi cloud di Microsoft, con rincari per le organizzazioni rispettivamente del 13 e del 22%. E per il futuro non vi sono certezze: con l’annuncio dell’abbandono del mercato unico, e previsioni di un calo della sterlina sul dollaro superiori ai 15 punti su base annua, non si esclude che i prezzi possano ulteriormente crescere.