Tesla esce pulita dalle accuse che il suo sistema di guida autonoma possa essere stata la causa dell’incidente che ha portato alla morte di Joshua Brown, un uomo di 40 anni residente in Ohio, che era alla guida della sua Model S su un’autostrada della Florida. A seguito dell’incidente era scattata un’indagine della NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration) e contestualmente erano sorte polemiche sulla sicurezza di questi sistemi di guida assistita.
L’indagine del regolatore americano si è, adesso, chiusa con il risultato che non sono stati trovati difetti nella piattaforma della Tesla. La NHTSA ha, comunque, osservato che oggi questi sistemi di guida autonoma non sono progettati per funzionare in maniera affidabile in ogni situazione. Del resto, l’attuale sistema di guida assistita, aiuta il conducente ma non lo sostituisce e quindi chi guida deve sempre essere attento per poter intervenire in caso di problemi. NHTSA e Tesla hanno analizzato i dati della vettura rilevando che il conducente non è intervenuto personalmente per evitare la collisione con il rimorchio del camion che ha causato il drammatico esito.
L’Agenzia americana ha sottolineato che il sistema di guida autonoma deve incentivare il conducente a mantenere sempre alta l’attenzione e soprattutto le mani sul volante. La NHTSA ha, anche, riferito che di recente Tesla ha aggiornato la sua piattaforma inserendo un sistema di sicurezza che se il conducente non tiene le mani sul volante l’autopilot viene disattivato.
Tesla ha apprezzato molto i risultati dell’azienda che dimostrano l’affidabilità di questi sistemi di mobilità che sempre di più faranno la loro comparsa sulle auto. Tuttavia, la NHTSA ha affermato che continuerà a monitorare l’evoluzione di queste piattaforme per intervenire in futuro in caso di necessità.
Da questa indagine è emerso anche che da quando Tesla ha introdotto l’autopilot, gli incidenti delle sue auto sono calati del 40%.