Fra i tanti obiettivi perseguiti da Elon Musk c’è anche quello di migliorare la mobilità. Non solo con progetti tanto innovativi quanto visionari come Hyperloop, ma anche puntando sulle potenzialità della guida autonoma, attraverso l’azienda che più di ogni altra ha contribuito a renderne celebre il nome, Tesla.
L’imprenditore ha confermato che la tecnologia Autopilot, di recente giunta alla sua seconda versione, evolverà in modo significativo nel breve periodo, arrivando a fornire funzionalità equiparabili a quelle delle self-driving car entro un massimo di sei mesi. Questo riguarderà tutti i modelli equipaggiati con le componenti Hardware 2.0 introdotte nel dicembre scorso che migliorano sensori, videocamere e sistema radar. L’obiettivo, secondo Musk, è quello di avere a disposizione una vettura in grado di coprire l’intera distanza tra Los Angeles e New York in modo del tutto autonomo, senza richiedere alcun tipo di intervento attivo da parte di chi si trova a bordo. Ovviamente, il tutto in modo sicuro.
Una precisazione: questo non significa che sarà possibile salire a bordo di una vettura Tesla e lasciarsi trasportare senza nemmeno toccare il volante: per quello bisognerà attendere ben oltre la fine del 2017, quando la legislazione dei singoli stati (si sta parlando degli USA) verrà modificata in modo da consentire la circolazione delle self-driving car private su strade pubbliche.
Restando in tema, l’azienda ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione di innovare il comparto tecnico delle proprie auto in modo periodico e con tempistiche abbastanza rapide: dai 12 ai 18 mesi. Questo, se da un lato conferma il livello di innovazione del gruppo guidato da Elon Musk, dall’altro fa storcere il naso a chi pur avendo investito una somma considerevole si trova in possesso di un modello che può essere definito in qualche modo superato in poco più di un anno.