Ci sono immagini destinate a entrare nella storia, a tracciare un solco indelebile nell’immaginario collettivo, a raccontare un’epoca e i suoi avvenimenti. Quella immortalata ad Ankara il 19 dicembre 2016 da Burhan Ozbilici, fotografo turco 59enne dell’Associated Press, è una di queste. Gli è valsa l’assegnazione del World Press Photo of the Year, il più importante riconoscimento a livello planetario nell’ambito del fotogiornalismo.
L’ambasciatore russo Andrey Karlov si trova in Turchia, nella capitale. Durante il suo intervento in una galleria d’arte viene freddato dalla pistola di Mevlüt Mert Altıntaş, 22enne ufficiale di polizia fuori servizio. Di lì a poco l’assassino sarà ucciso a sua volta dagli agenti presenti in sala, ma non prima di aver ferito altre tre persone. Nel fuoco incrociato, Ozbilici inquadra la scena, mette a fuoco e scatta. La sua non è un’immagine perfetta, né a livello compositivo né in termini di acquisizione, ma nessuno di questi criteri dev’essere considerato quando si tratta di documentare un evento di tale drammaticità, che richiede prontezza e soprattutto coraggio. Il fotografo era nel posto giusto al momento giusto e, pur di testimoniare quanto stava accadendo, ha messo a repentaglio la propria incolumità. Il premio assegnatogli è più che meritato.
La 60esima edizione del World Press Photo Contest ha visto la giuria valutare un totale di 80.408 immagini presentate da 5.034 professionisti di 125 paesi, iscritti in otto differenti categorie. Una curiosità di tipo tecnico: l’immagine è stata scattata con una Canon EOS 5D Mark III su cui era montato l’obiettivo EF 24-105 mm f/4L IS USM. A Ozbilici sarà assegnato un premio in denaro pari a 10.000 euro, durante la cerimonia di premiazione che si terrà ad Amsterdam il 22 aprile. Gli scatti che hanno trionfato saranno poi esposti in una mostra itinerante che toccherà 95 città in oltre 45 paesi nel corso dell’anno.