«Il Mobile Proximity Payment è ancora all’inizio e con il recentissimo annuncio dell’arrivo di Apple Pay anche in Italia, crediamo che nei prossimi anni potrà crescere rapidamente»: con queste parole Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce, esprime il sentiment che emerge dall’ultimo report dell’Osservatorio a proposito dei pagamenti in mobilità. Trattasi infatti di un settore che va affermandosi a grande velocità, aumentando il volume dei pagamenti alternativi al contante, ma al contempo cannibalizzando quelle che sono le modalità di pagamento tradizionali con carta di credito.
Sempre meno contante
La sensazione netta è che nel prossimo futuro le nuove modalità di pagamento avranno la meglio poiché troveranno sul campo tutte le condizioni per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità, ma fin da ora la crescita è supportata da dati che ne descrivono il progressivo radicamento, soprattutto in alcuni specifici settori. Già oggi il settore è in grado di veicolare un transato di 30 miliardi di euro, con la realtà contactless in crescita anno su anno del 700%.
Secondo i dati ricavati dalla ricerca dell’Osservatorio Mobile Payments & Commerce del Politecnico di Milano, «i pagamenti digitali con carta in Italia crescono del 9% e raggiungono i 190 miliardi di €, pari al 24% dei consumi degli italiani». Ma non solo: cresce anche l’infrastruttura contactless, con la quale nel 2016 sono state effettuate 140 milioni di transazioni registrando 7 miliardi di euro di transato. Secondo l’Osservatorio trattasi di «numeri giustificati da una progressiva crescita dell’infrastruttura – 2 carte su 5 (40 milioni di carte a fine 2016, +100% rispetto al 2015) e 1 POS su 2 (1.000.000 a fine 2016, raddoppiati rispetto al 2015) sono contactless – e soprattutto da una maggior consapevolezza dello strumento da parte di consumatori ed esercenti. I numeri dimostrano come il “tap & go” non sia utilizzato solo per i micro pagamenti sotto i 25 euro (per cui non serve inserire il PIN), ma anche per i pagamenti con un ammontare superiore, segno che la possibilità di non inserire la carta nel POS è reputata più comoda e veloce in qualsiasi circostanza».
Mentre Apple Pay si avvicina al mercato italiano, insomma, il settore è lanciato e anche il mondo delle banche ha la necessità di esprimere una propria soluzione per non perdere la bussola. Ma l’Italia in questo ambito ha già un nome che può rappresentare molto durante questi primi passi verso la nuova dimensione alternativa al contante: Satispay, startup che porta avanti la propria soluzione contactless basata su app per smartphone, è infatti oggi in grado di vantare i numeri di una presenza sempre più capillare, sempre più vasta e sempre più radicata. 12500 esercenti già attivati (ma si punta entro fine anno ai 100 mila), circa 200 mila download da parte di utenti privati (la metà dei quali ha già attivato il proprio canale di pagamento) ed una media di utilizzo doppia rispetto alle normali carte di credito. Un meccanismo oliato ed un meccanismo virtuoso innescato, insomma, con cui la startup italiana approccia ad un anno probabilmente decisivo per i futuri equilibri del comparto.
Satispay ha scommesso sulla formula cashless in tempi non sospetti e gode oggi di un importante vantaggio competitivo rispetto ai nuovi arrivati. Soprattutto, Satispay è disegnata fedelmente sul sistema bancario, richiedendo un IBAN (invece che una carta di credito) per abilitare pagamenti che nella maggioranza dei casi è assolutamente a costo zero in quanto al di sotto dei 10 euro non sono richiesti oneri di transazione né all’utente, né all’esercente.
Secondo lo studio dell’Osservatorio, alcuni ambiti avrebbero oggi una maturazione superiore rispetto alla media del mercato, sposando i pagamenti mobile con maggior velocità grazie al vantaggio utilitaristico conseguito ed in virtù del tipo di utenza coinvolto. Non a caso proprio la mobilità urbana (mobile per natura e innovativa per necessità) risulta essere il settore più dinamico in tal senso:
Raddoppiano i pagamenti da cellulare legati ai trasporti (biglietti del bus, pagamento delle soste, taxi e car/bike sharing), raggiungendo i 90 milioni di euro (+97%). In particolare, grazie alla crescita dell’offerta di questi servizi, nel 2016 sono stati acquistati oltre 8 milioni di biglietti, pagate quasi 7 milioni di soste e oltre 10 milioni di corse di car sharing. Anche il settore dei Taxi conta oggi quasi 4,5 milioni di euro pagati tramite smartphone.
Il futuro va coltivato
Le risultanze rese pubbliche dall’Osservatorio, tuttavia, sottolineano l’assoluta necessità di portare avanti campagne di comunicazione mirate con le quali far emergere le opportunità legate a questo nuovo tipo di strumenti di pagamento. Per riuscire ad imprimere una svolta decisiva al comparto, infatti, occorre educare tanto i consumatori quanto gli esercenti alle nuove modalità di pagamento, lasciando metabolizzare nel tempo quanto possa essere utile l’uso dei nuovi strumenti. Le ricerche premiano l’esperienza d’uso fornita agli early-adopter, ma occorre lavorare per estendere il numero di utenti pronti a fare il passo oltre le proprie resistenze: «Su una scala a 10 passi, i wallet analizzati hanno registrato un rating tra 7,3 e 8,5 – teniamo presente che il benchmark europeo di KANTAR TNS per le carte di credito rileva un 7,5. Le fasi più apprezzate del servizio sono l’accesso all’app e il pagamento, mentre le più delicate, e che hanno soddisfatto meno i clienti, sono quelle di consultazione e di attivazione. La fonte di conoscenza più importante è ovviamente il sito degli operatori, ma anche rilevante il passaparola e il ruolo dei Social Network, soprattutto fra gli utenti più giovani (18-24 anni)».
Se la strada appare tracciata, al tempo stesso trattasi di una strada che va conquistata palmo a palmo, anche grazie al forte impulso di una concorrenza destinata a farsi sempre più serrata. Il principale terreno di conquista, spiega il ricercatore dell’Osservatorio Ivano Asaro, sono i negozi e il mondo “fisico”, laddove gli strumenti digitali necessitano di un tramite (carta, smartphone o altro) per poter creare un ponte tra un servizio digitale e una transazione materiale: «Sono molteplici le direttrici di innovazione in ambito pagamenti: dal Mobile Wallet evoluto che integra pagamento digitale e carte fedeltà, alla geo-localizzazione per pagare senza estrarre il telefono dalla tasca; dai pagamenti con password biometriche (scansione dell’iride o dell’impronta digitale) all’evoluzione delle nuove monete virtuali (blockchain e criptovalute); senza dimenticare le applicazioni legate all’Internet of Things, con automobili in grado di pagare il parcheggio e frigoriferi “smart” capaci di valutare automaticamente le scorte».