Torino torna ad essere capitale, ma la questione non è politica, bensì tecnologica: Telecom Italia ha annunciato che la città sabauda sarà la prima in Italia a sperimentare la rete mobile 5G. Il progetto è entrato in queste ore nella propria fase operativa per mezzo del Memorandum of Understanding siglato da TIM e Comune di Torino, mettendo così azienda e istituzioni sullo stesso fronte in questa corsa di avanguardia.
Torino 5G
Il progetto è denominato “Torino 5G” e «prevede l’estensione progressiva sul territorio urbano comunale della nuova infrastruttura a banda ultralarga mobile con l’obiettivo di coprire l’intera città entro il 2020». Ad essere coinvolto è tutto il centro cittadino, con particolare riferimento alle aree universitarie: fin dal 2017 oltre 100 small cell occuperanno via Roma, via Po, via Garibaldi, via Lagrange, piazza Vittorio, il Quadrilatero Romano e la zona del Politecnico. «La nuova rete mobile», spiega TIM, «sarà supportata dall’infrastruttura in fibra ottica di TIM che già oggi raggiunge la quasi totalità del territorio comunale». La banda arriva dunque in loco attraverso la fibra TIM e viene quindi veicolata in mobilità attraverso le nuove tecnologie 5G.
Con questa iniziativa, Torino sarà candidata da TIM come prima città italiana 5G per diventare sede preferenziale delle attività previste dal 5G Action Plan della Commissione Europea, che ha l’obiettivo di accelerarne lo sviluppo attraverso l’avvio di sperimentazioni e successivamente dell’utilizzo pubblico della nuova tecnologia partendo dalle principali aree metropolitane. Torino, quindi, entrerà a far parte della prima rete paneuropea di città interconnesse 5G.
Il beta test sarà basato su 3000 utenze alle quali sarà dato accesso ad una rete ad altissime prestazioni, nonché a servizi ed applicazioni sperimentali forniti dall’Amministrazione Comunale guidata da Chiara Appendino. Si tratta di una fase fondamentale perché consentirà di portare per le strade tutta quella che è stata finora la chimera del 5G: per nutrire le velleità dell’industria 4.0, per cullare i sogni di una vera smart city, per erogare servizi e connettività di nuova generazione. Torino sarà il luogo in cui le ambizioni dipinte da Ericsson al recente Mobile World Congress troveranno applicazione grazie all’accordo tra TIM e la città piemontese. Immediato il plauso di Chiara Appendino, pronta a dare il benvenuto alla sperimentazione nella propria città: «È un segnale positivo che TIM abbia scelto Torino quale area urbana per la sperimentazione di una tecnologia innovativa quale quella 5G, legata alla rete mobile. Una decisione che conferma lo storico legame della società telefonica che qui, nella città della Mole, ha radici profonde. I servizi e le applicazioni ad alta velocità non potranno che favorire, in un immediato futuro, il mondo produttivo e la collettività».
Medesimo entusiasmo è espresso da Giuseppe Recchi, presidente esecutivo di TIM, il quale avrà l’onore di tagliare i nastri alla discesa del 5G per le strade italiane: «La firma di questo accordo dimostra la capacità di TIM di essere leader nel processo di innovazione del Paese. Siamo il primo investitore privato del Paese con un piano industriale che prevede 11 miliardi di euro di investimenti in 3 anni, di cui 5 miliardi dedicati allo sviluppo di nuove reti a banda ultralarga: dentro c’è il futuro, le connessioni veloci e lo sviluppo delle città. Quando parliamo di big data, di digital identiy e di internet of things siamo consapevoli che alla base di tutto questo c’è sempre la qualità e la velocità delle reti. TIM ha il privilegio di essere l’azienda trainante per lo sviluppo della cultura digitale del Paese e oggi questo accordo aggiunge un altro importante tassello alla nostra strategia».
È tangibile ormai la voglia di dimostrare come il 5G non sia soltanto una promessa, ma un vero e proprio balzo nella magnitudo delle potenzialità che le reti mobile potranno catapultare sul mercato. Dopo i primi passi mossi dal progetto “5G for Italy“, il nostro paese si è rivelato pronto a cogliere questa opportunità: Torino sarà il primo fondamentale passo della nascente rete di nuova generazione, ma la corsa sarà in rapida accelerazione: l’obiettivo del 2020 è ormai dietro l’angolo.