Google Home è un dispositivo progettato dal gruppo di Mountain View per estendere il raggio d’azione del proprio assistente virtuale all’ambito domestico. Un altoparlante intelligente con il quale interagire mediante comandi vocali, per ottenere informazioni di ogni tipo e per controllare la riproduzione dei contenuti multimediali sugli schermi e sugli speaker presenti in casa.
Sta facendo discutere il filmato condiviso da un utente su Twitter e visibile in streaming di seguito. Alla domanda “Ok Google, what’s my day like?” (“Ok Google, com’è la mia giornata?”), Home risponde come al solito offrendo un riepilogo con dettagli sulle condizioni meteo e su quelle del traffico che si incontrerà per raggiungere l’ufficio. Al termine del monologo, però, il dispositivo inserisce quella che sembra essere a tutti gli effetti un’inserzione pubblicitaria, in particolare dedicata alla pellicola La Bella e la Bestia in arrivo nelle sale cinematografiche proprio in questi giorni.
In ogni caso, La Bella e la Bestia è nei cinema a partire da oggi. In questa versione della storia, Belle è l’inventrice e non Maurice.
New Beauty & the Beast promo is one way Google could monetize Home. cc: @gsterling @dannysullivan pic.twitter.com/9UlukSocrO
— brysonmeunier (@brysonmeunier) March 16, 2017
Un comportamento che non è passato inosservato e che ha scatenato accese polemiche in Rete, soprattutto da parte di coloro che ritengono Home debba rimanere un device dedicato esclusivamente all’interazione domestica, privo di spot e pubblicità come invece avviene con smartphone e tablet. La replica di bigG è affidata alle pagine del sito The Verge: l’azienda californiana conferma che non si tratta di advertising.
Non è da intendersi come un’inserzione. Ciò che sta circolando in Rete è una parte della funzionalità My Day: dopo aver fornito dati utili a proposito della giornata, a volte inseriamo contenuti temporanei. Stiamo continuando a sperimentare nuovi modi per offrire informazioni esclusive agli utenti e in questo caso avremmo potuto fare di meglio.
Nessuna pubblicità per lo smart speaker, dunque. Google potrà far tesoro di quanto accaduto per migliorare il sistema che elabora e fornisce le informazioni, sapendo ora quanto gli utenti siano insofferenti nei confronti dell’advertising fornito in un contesto ritenuto sacro e inviolabile come quello del proprio ambiente domestico, a differenza di quanto invece accade ormai da tempo con i più tradizionali dispositivi mobile.