Google crede che l’open source sia un bene per tutti. Essere aperti e liberamente disponibili abilita e incoraggia la collaborazione, lo sviluppo della tecnologia e la ricerca di soluzioni per risolvere i problemi del mondo reale.
È il manifesto di bigG, che campeggia sulla homepage del nuovo sito dedicato a Google Open Source, raggiungibile all’indirizzo opensource.google.com. Un unico portale nato con l’obiettivo di raccogliere tutte le iniziative open del gruppo, contenente informazioni approfondite su come trarne il meglio, la documentazione relativa ai programmi messi in campo, alle organizzazioni supportate ecc.
Il motto del gruppo di Mountain View legato al mondo open source è “more is better”, poiché difficilmente è possibile prevedere in anticipo quali progetti andranno a soddisfare le esigenze e i bisogni di una specifica platea. Per questo motivo, Google favorisce la pubblicazione di codice per ogni possibile applicazione: saranno poi i team di sviluppo a scegliere quali adottare e quali invece accantonare. Così sono nate iniziative che spaziano dalla piattaforma TensorFlow ormai sfruttata a livello globale per il machine learning e il calcolo distribuito ad altre idee con un raggio d’azione più limitato o sperimentali, ma altrettanto interessanti, come Light My Piano che insegna a suonare il pianoforte in modo divertente, illuminando i tasti da premere al momento giusto.
Nel post sul blog ufficiale firmato da Will Norris (Open Source Programs Office), Google sottolinea che l’open source è ben più che la pratica di aprire il codice al contributo di altri: è anche formare una community e partecipare alle fasi di sviluppo e miglioramento di prodotti o servizi in modo collaborativo, creando sinergie, dando vita a dibattiti e discussioni, condividendo i risultati raggiunti e facendo emergere le criticità da affrontare.