La Commissione Europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia perché la società FCA (Fiat Chrysler Automobiles) non ha rispettato gli obblighi della normativa europea per quanto concerne l’omologazione delle autovetture. La notizia dell’azione della Commissione Europea era, in realtà, già nell’aria da un po’ a causa delle recenti voci che davano alcuni veicoli della FCA non conformi alle norme sulle emissioni inquinanti con i software delle autovetture in questione in grado di alterare i risultati nelle sessioni dei test di omologazione.
Il caso, infatti, parte nel settembre scorso quando la Commissione Europea era stata chiamata in causa a fare da mediatore tra le autorità tedesche e quelle italiane sulle emissioni di ossidi di azoto prodotte da un’auto omologata in Italia. La Commissione, dopo aver valutate tutti i dati e sentito le parti, ha chiesto formalmente all’Italia una risposta in merito alle insufficienti risposte della FCA sull’impianto di manipolazione utilizzato, specificando anche che intende chiarire se l’Italia sia venuta meno al suo obbligo di adottare misure correttive, comprese eventuali sanzioni.
Spetta, infatti, all’Italia vigilare che le automobili soddisfino tutti i requisiti delle leggi europee prima che siano immesse sul mercato unico. Se un costruttore viola queste regole, le autorità nazionali devono intervenire con azioni ad hoc anche di natura sanzionatoria.
L’Italia avrà tempo due mesi per rispondere alla Commissione Europea per chiarire se i modelli incriminati siano dotati effettivamente di software che vanno ad alterare le emissioni. Nel mirino ci sarebbero le Fiat 500x ma in passato si vociferava che sul banco degli imputati ci fossero anche le Jeep Renegade e i Fiat Doblò.
Delusione, ovviamente, sul fronte italiano. Il Ministro dei Trasporti Delrio aveva tentato in tutti i modi di rinviare l’azione della Commissione Europea chiedendo maggiore tempo per portare altra documentazione oltre a quella già fornita sino ad ora. L’Europa, però, non ha voluto accettare le richieste italiane ed ad aperto la procedura di infrazione.
Difficile, ad oggi, capire i rischi che FCA corre da questa procedura. Il dato oggettivo è che a seguito del dieselgate, le autorità hanno deciso di adottare comportamenti più duri verso le case automobilistiche sospettate di alterare i risultati sulle emissioni. Proprio per questo, molte case automobilistiche hanno deciso di puntare sull’elettrico.