Nel mese di aprile le prime indiscrezioni relative a una possibile integrazione, all’interno di Chrome, di una funzionalità del tutto simile a un ad blocker. Non si trattava di rumor infondati: nel fine settimana il gruppo di Mountain View è intervenuto sul proprio blog ufficiale per spiegare la natura del progetto, che arriverà a concretizzarsi all’inizio del prossimo anno.
Nel post si legge che Google ha deciso di unirsi alla Coalition for Betters Ads, una realtà formata da aziende del settore online che ha come obiettivo il miglioramento delle inserzioni pubblicitarie mostrate durante le sessioni di navigazione. Il gruppo ha sviluppato i Better Ads Standars, ovvero delle linee guida destinate sia alle piattaforme desktop che a quelle mobile, in cui vengono stabiliti paletti per ciò che i banner e gli spot possono fare: si parla di pop-up, video riprodotti automaticamente al caricamento di una pagina, immagini troppo grandi o invadenti e molto altro ancora.
Da bigG arriva la conferma che, presto, Chrome non mostrerà inserzioni pubblicitarie (nemmeno quelle gestite dal proprio circuito) sui siti Web che non risultano in linea con quanto previsto dai Better Ads Standars. La deadline è fissata per la prima parte del 2018: la community di webmaster e chi gestisce i siti ha dunque qualche mese a disposizione per verificare la conformità delle proprie pagine agli standard, scongiurando così il rischio di veder contrarsi il business legato all’advertising visualizzato sui propri siti.
Si tratta di una notizia molto importante e dall’impatto potenzialmente enorme, per due motivi ben precisi: anzitutto, Google gestisce più pubblicità online di qualsiasi altra società esistente, poi il browser Chrome è oggi utilizzato da circa il 60% dell’utenza che naviga da desktop, a livello globale, con la percentuale destinata a crescere ulteriormente in futuro.