L’orologio segna le 11:00, minuto più, minuto meno. L’attore è seduto, sul lato sinistro del divano. Lo sguardo è fisso, verso un punto non meglio precisato della stanza. Intorno è tutto un muoversi dello staff: ci si assicura che l’illuminazione sia corretta, c’è chi posiziona con precisione millimetrica la tenda sullo sfondo dell’inquadratura, chi sistema i microfoni. L’attore è sempre lì, seduto, con lo sguardo fisso. Finché di fronte alla telecamera non compare il ciak: silenzio, è tutto pronto, si gira. La scena arriverà su Netflix.
Sul set di una serie
Samurai alza gli occhi verso il suo interlocutore, fuori campo. Recita la propria battuta. Pochi secondi, che succedono a diversi minuti di lunga e intensa concentrazione. Il regista ordina un secondo ciak, per essere sicuri che tutto sia perfetto. La scena di Suburra si ripete, uguale. Poi lo sguardo di Samurai muta, quasi d’improvviso, la maschera viene gettata e il viso torna ad essere quello dell’attore, Francesco Acquaroli.
Poco dopo cambia la location. Siamo in un corridoio, la luce che filtra dalle finestre è quella di una bella mattinata romana di inizio primavera, tagliente e abbastanza intensa da proiettare ombre ben definite sulle pareti di Palazzo Spada, sui suoi quadri e sulle sue statue. L’inquadratura questa volta è più ampia, bisogna controllare la posizione e il movimento delle tante comparse che si spostano tutt’intorno a Sara Monaschi, una donna determinata e pronta a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Qualcuno ordina assoluto silenzio sul set: ciak, si gira. Una breve chiacchierata, poi Sara prende sotto braccio il suo interlocutore e si dirige verso una stanza lontana da orecchie curiose e occhi indiscreti, per proseguire la conversazione. Girato l’angolo, torna ad essere Claudia Gerini. Poi tutto si ripete, ancora una volta come da copione.
Sono queste le due scene alle quali abbiamo assistito all’inizio di aprile, quando Netflix ci ha portati sul set della serie Suburra, la sua prima produzione originale italiana che debutterà in streaming sulla piattaforma entro la fine dell’anno. Quanto descritto serve a comprendere come l’attenzione e la cura nei minimi particolari riposta nella realizzazione di una serie sia in tutto e per tutto equivalente a quella che da sempre caratterizza una produzione cinematografica. Più tardi avremo modo di scambiare quattro chiacchiere con il registra Andrea Molaioli, che rispondendo a una domanda sottolinea quanto sia importante, anzi essenziale, non lasciare nulla al caso: da questo punto di vista, la realizzazione di una serie (sia essa destinata allo streaming o alla TV), è in tutto e per tutto equivalente a quella del grande cinema.
Netflix: la serie Suburra
Prodotta da Cattleya (giò al lavoro su Gomorra e Romanzo Criminale) in collaborazione con RAI Fiction (la produzione esecutiva, come già detto, è di Netflix), la serie vede impegnati alla regia Michele Placido, Giuseppe Capotondi e Andrea Molaioli, mentre le sceneggiature sono curate da Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Ezio Abbate, Fabrizio Bettelli e Nicola Guaglianone. Gli eventi narrati sono tratti dall’omonimo romando di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, lo stesso che ha ispirato il film del 2015 diretto da Stefano Sollima. Nel cast di attori figurano, oltre al già citato Francesco Acquaroli, anche Claudia Gerini, Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini, Filippo Nigro, Adamo Dionisti, Barbara Chichiarelli, Federico Tocci e Gerasimos Skaderesis.
Gli eventi si collocano cronologicamente qualche anno prima dello scandalo politico nel recente passato ha realmente interessato la città di Roma. Gli interessi della Chiesa si intrecciano a quelli della politica e della criminalità organizzata, con gruppi malavitosi intenti a spartirsi il controllo del territorio e imprenditori edili senza scrupoli. Un thriller poliziesco in cui tutto ruota attorno al potere.
Un progetto per creare un paradiso del gioco d’azzardo sul litorale romano, con la connivenza di politici corrotti, scatena una guerra tra gli esponenti della malavita.
Suburra arriverà in streaming su Netflix entro la fine dell’anno (la data esatta non è ancora stata confermata), per poi essere successivamente trasmessa dalla Rai in Italia.