La polizia e l’ufficio delle Dogane hanno portato a termine un’operazione congiunta atta ad eseguire diverse misure cautelari per reati come l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale da parte di un noto sito di ecommerce che molti appassionati dell’high tech italiano conoscono. Le autorità, infatti, sono intervenute contro il noto sito di ecommerce Stockisti. Le indagini sono state svolte al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio e dall’Ufficio delle Dogane di Roma 2 della Direzione Interregionale per il Lazio e l’Abruzzo che hanno indagato sulle pratiche dell’azienda che controlla l’eshop.
Le indagini hanno portato alla luce un sistema che consentiva a Stockisti di poter offrire prodotti di elettronica a prezzi estremamente competitivi. In pratica, la società barava sull’IVA non versandola allo Stato Italiano. Grazie all’evasione dell’Imposta di Valore Aggiunto, la società era in grado di offrire sconti all’interno dell’eShop superiori alla media, in alcuni casi proprio vicini al valore dell’IVA. Ma il meccanismo dietro Stockisti era molto complesso in quanto la società che gestiva l’eShop ha la sede a Malta ed ogni anno nominava una diversa concessionaria che, in realtà, era una sorta di scatola vuota creata ad hoc solamente per rendere complesse le verifiche fiscali, rendere irreperibili i legali rappresentanti e nascondere la documentazione.
Un sistema, dunque, molto complesso ma sino ad ora ben orchestrato tanto che il sito aveva guadagnato un’ottima reputazione. Le indagini, dunque, sono state molto delicate e le autorità si sono servite anche delle intercettazioni per identificare le persone che gravitavano attorno alla società truffaldina, compresi tre commercialisti ed un collaboratore fiscale.
La Polizia Postale ha già provveduto ad oscurare il sito. Il giro d’affari di Stockisti è stimato in circa 250 milioni di euro. L’evasione ammonterebbe a circa 50 milioni di euro.
Trattasi di una vicenda molto complessa di cui si parlerà anche nei prossimi giorni. Rimane, adesso, da capire cosa succederà ai clienti con ordini pendenti e che già hanno pagato per dei prodotti che potrebbero, a questo punto, mai ricevere.