Giungono importanti novità sul fronte dello streaming, in particolare per la popolata piattaforma Spotify. Il leader dell’ascolto online, infatti, ha raggiunto un nuovo accordo con Sony Music Entertainment, per la disponibilità futura sul servizio del suo largo catalogo di artisti e di album. I dettagli della partnership non sono stati al momento resi pubblici, ma Billboard ritiene possano essere state concordate delle royalties più vantaggiose per la piattaforma di streaming, forte dell’aumento sensibile di numero di ascolti e di guadagni nell’ultimo anno.
Così come sostiene la testata musicale, l’accordo non sarebbe molto differente da quello stretto tra Universal Music Group e la stessa Spotify lo scorso aprile. In base alla crescita degli abbonati, UMG avrebbe acconsentito di ridurre la percentuale dei propri guadagni dal 55 al 52%, con tuttavia la possibilità di rendere esclusivo l’ascolto agli abbonati Premium di alcuni album nelle prime due settimane di disponibilità.
Secondo quanto reso noto, il leader di settore potrebbe aver raggiunto obiettivi analoghi con Sony Music Entertainment, ottenendo percentuali di revenue sharing più vantaggiose, in cambio di una maggiore crescita dell’utenza e di speciali strumenti per la distribuzione di contenuti in esclusiva. Nel frattempo, continuerebbero le trattative con Warner Music Group, di cui al momento non sembrano essere emersi grandi dettagli.
È certamente utile sottolineare come anche Apple Music, così come rivelato qualche giorno fa, stia cercando di ottenere analoghi accordi con le etichette discografiche, forte non solo del suo servizio esclusivamente a pagamento, ma anche e soprattutto della veloce crescita che il gruppo di Cupertino ha raggiunto in poco più di due anni. Sono infatti quasi 30 milioni i sottoscrittori della piattaforma targata mela morsicata.
Vi è certamente una distensione da parte delle case discografiche nei confronti dello streaming, qualche anno fa visto con sospetto e oggi maggiormente accettato, anche perché diventato il primissimo canale per la fruizione e la distribuzione musicale. Dopo qualche anno di investimento, l’ecosistema dell’ascolto online comincerebbe oggi a garantire guadagni anche sostanziosi, tuttavia sembra che gli attori di settore stiano facendo pressioni affinché Spotify si lanci in borsa.