Non basta recarsi in un luogo suggestivo o dalla indiscutibile bellezza per fare della buona fotografia paesaggistica. Serve abilità nella composizione, occorre pazienza per aspettare che la luce sia quella giusta e bisogna spesso fare i conti con le condizioni meteo non sempre clementi. Tutto questo senza dimenticare la fase di post-produzione, essenziale per ottenere esattamente il risultato voluto.
Quest’ultima fase del processo creativo potrebbe presto beneficiare di un aiuto da parte dell’intelligenza artificiale. È quanto prospetta un’iniziativa messa in campo da Google, più precisamente dal team Machine Perception interno al gruppo di Mountain View, che partendo dalle immagini a 360 gradi presenti sulla piattaforma Street View ha elaborato un sistema in grado di incrementare la qualità degli scatti per conferirgli un aspetto del tutto simile a quanto si otterrebbe con un dispositivo professionale e con l’occhio allenato di un fotografo esperto. Qui sotto è possibile osservare alcuni esempi, mentre la galleria completa è online sul sito del progetto Creatism.
L’impiego del deep learning ha permesso di istruire algoritmi affinché potessero identificare all’interno delle immagini gli elementi essenziali per un buon paesaggio, gestendone il ritaglio e l’applicazione di filtri o effetti, ottimizzando le luci in base alla location oppure aggiungendo una vignettatura per focalizzare l’attenzione di chi osserva su un punto determinato dello scatto. Sottoposti a un gruppo di esperti, i risultati sono stati ritenuti di qualità professionale o semiprofessionale nel 40% dei casi. Una tecnologia di questo tipo potrebbe essere un giorno integrata da bigG all’interno dell’applicazione mobile Snapseed dedicata all’editing fotografico oppure nel sempre più evoluto servizio Google Foto.
Strumenti di questo tipo non dovrebbero essere visti con sospetto dai sostenitori della fotografia più tradizionale, poiché difficilmente un’IA arriverà mai a eguagliare in termini di creatività ed espressività un essere umano. Dovrebbero anzi essere accolti come una nuova possibilità, un’evoluzione dei tool odierni dedicati alla post-produzione, una camera oscura digitale arricchita dalle potenzialità dell’intelligenza artificiale.