Il Regno Unito si avvia a diventare uno dei Paesi occidentali dalle più rigide regole sulla fruizione del porno online. È stata infatti approvata una misura, all’interno del recente Digital Economy Act, che impone la verifica certosina dell’età degli utenti, con lo scopo di ridurre il rischio d’esposizione dei minori alla visione di contenuti per adulti. Le modalità d’implementazione non sono tuttavia state esplicitate, mentre alcune organizzazioni locali hanno sollevato il dubbio la richiesta possa esporre gli utilizzatori a gravi rischi per la loro privacy.
A partire dall’aprile del 2018, i portali che offrono contenuti o servizi per gli adulti saranno obbligati a verificare la maggiore età dei loro utenti, pena il blocco da parte dei provider e dei fornitori di servizi di connettività. Una misura voluta all’interno del Digital Economy Act, volta a proteggere i minori che, durante le comuni attività di navigazione, potrebbero incautamente imbattersi in contenuti non adatti. Il Ministro Matt Hancock ha definito l’approvazione una “pietra miliare” per il Regno Unito, una richiesta che si aggiunge ad altre regolamentazioni dell’universo della Rete e dell’intrattenimento, ad esempio il divieto di ricorrere a bot automatizzati per l’acquisto di biglietti e l’obbligo, anche per i servizi digitali, di fornire sempre sottotitoli e descrizione delle scene per i contenuti video.
Al momento, tuttavia, non è ben chiaro come il sistema di verifica verrà implementato. BBC ipotizza l’introduzione di una tecnologia d’accesso basata su carta di credito: anche in assenza della sottoscrizione di un servizio a pagamento, l’utente dovrà fornire gli estremi della sua carta affinché possa esserne certificata l’età. Altri, invece, prevedono l’avvento di società di intermediazione digitale, pensate per verificare i documenti identificativi dell’utente senza che i dati sensibili vengano gestiti direttamente dai portali porno.
Il nuovo obbligo ha generato seria preoccupazione tra le organizzazioni deputate alla protezione della privacy degli utenti, così come sottolineato dall’Independent. In particolare, il sistema di verifica potrebbe richiedere la creazione di speciali database, dove conservare i permessi d’accesso di ogni utente, database che potrebbero però far gola a malintenzionati. E qualora queste informazioni finissero nelle mani sbagliate, il fruitore potrebbe rischiare di veder le proprie preferenze diffuse illecitamente o, ancora, ricevere minacce per evitare la divulgazione di abitudini decisamente intime. Realizzare una piattaforma completamente anonima, in un’ottica di tutela degli stessi utenti, sembrerebbe infatti abbastanza utopistico. L’Open Rights Group ha quindi deciso di scendere in campo, poiché convinto il governo di Theresa May non stia facendo abbastanza su questo fronte. Così ha spiegato Jim Killock, direttore esecutivo dell’organizzazione:
La verifica dell’età potrebbe spingere le compagnie pornografiche a costruire database delle preferenze degli utenti nel Regno Unito, database che potrebbero risultare vulnerabili con attacchi in stile Ashley Madison. […] Il Governo ha ripetutamente rifiutato di garantire un obbligo legale per i provider di servizi di verifica, affinché venga protetta la privacy degli utenti.