Il CEO di Google, Sundar Pichai, è il 13esimo membro del CdA della parent company Alphabet. L’ufficialità è giunta in concomitanza con la diffusione dei risultati finanziari relativi al Q2 2017. Un trimestre chiuso dal gruppo di Mountain View, ancora una volta, con il segno positivo.
Sundar Pichai nel CdA di Alphabet
È il secondo rappresentante di Google a fare il suo ingresso nel consiglio di amministrazione, dopo Diane Greene, attualmente a capo della divisione che si occupa di piattaforme e soluzioni cloud. Non è chiaro se l’attribuzione del nuovo incarico si tradurrà in un ennesimo ritocco verso l’alto del compenso, che per Pichai lo scorso anno ha raggiunto i 200 milioni di dollari. A lui va riconosciuto il merito di aver premuto sull’acceleratore per quanto riguarda l’integrazione di soluzioni IA e legate al machine learning nell’ecosistema di prodotti e servizi offerti da bigG. Queste le parole di Larry Page, co-fondatore del colosso californiano insieme a Sergey Brin e oggi amministratore delegato di Alphabet.
Sundar ha svolto un ottimo lavoro come CEO di Google, guidando una forte crescita, siglando partnership e apportando incredibili innovazioni nei nostri prodotti. È un vero piacere lavorare con lui e sono felice del suo ingresso nel consiglio di amministrazione di Alphabet.
Alphabet: risultati finanziari Q2 2017
Focalizzando l’attenzione sui risultati finanziari del Q2 2017, le entrate si sono attestate a 26,01 miliardi di dollari, con una crescita pari al 21% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un trend positivo che è andato ben oltre le più rosee aspettative formulate dagli analisti (25,64 miliardi), che però non è stato premiato dal mercato azionario: nel trading after hours il titolo ha perso il 3% del suo valore. Il reddito operativo si attesta a 4,1 miliardi di dollari, risentendo pesantemente della sanzione da 2,74 miliardi inflitta il mese scorso dall’antitrust EU al termine di una lunga indagine che ha posto l’attenzione su Google Shopping.
La fetta più grande del business è ancora una volta quella legata all’advertising online. Bene anche le cosiddette Other Revenues, ovvero i proventi connessi alla vendita di hardware come gli smartphone Pixel o lo smart speaker Home, nonché i contenuti multimediali, le app e i giochi presenti su Play Store: si è passati dai 2,17 miliardi di dollari del Q2 2016 agli attuali 3,09 miliardi. Le uniche perdite arrivano dalle Other Bets, i progetti sperimentali messi in campo da team come Verily, Nest e Fiber: a fronte di uscite pari a 772 milioni di dollari, le entrate si sono fermate a 284 milioni.