Chi naviga in Rete è disposto a visualizzare inserzioni pubblicitarie durante la lettura di un articolo o la consultazione di una risorsa online: è così che gli editori finanziano il loro lavoro, senza costringere l’utente a mettere mano al portafogli per la sottoscrizione di un abbonamento o per l’accesso a pagamento. Capita però di incontrare siti dove l’advertising risulta invadente.
Google lo sa bene e ha intenzione di segnalare a webmaster e gestori dei portali quando le pagine pubblicate risultano troppo piene di pubblicità e quando l’advertising arriva ad essere fastidioso. L’esempio perfetto è rappresentato dai pop-up: finestre che si aprono al di fuori della schermata principale del browser e che spesso costringono l’utente a un’azione extra. Sono anche ciò che spinge, nella maggior parte dei casi, all’installazione di un ad blocker. Ancor più grave, stando alle ricerche condotte dal Coalition for Better Ads, sono tra le ragioni più influenti che portano i visitatori a decidere di non ritornare su un determinato sito. Ecco quanto si legge sul blog.
La buona notizia è che le persone non odiano tutte le pubblicità, ma solo quelle fastidiose. Rimpiazzare le inserzioni invadenti con altre più accettabili aiuterà tutti i creatori di contenuti, piccoli e grandi, ad assicurarsi la possibilità di continuare a sostenere il proprio lavoro con l’advertising online. Ecco perché supportiamo l’impegno della Coalition per offrire al mercato linee guida compatibili con i Better Ads Standards ed è per questo che continueremo a lavorare con loro sulle prossime evoluzioni.
Chi riceverà la segnalazione da parte di bigG, a partire dalle prossime settimane, potrà visitare il Rapporto Esperienza con gli Annunci per capire su quali inserzioni intervenire e in che modo. Google fornirà feedback anche per quanto riguarda le versioni mobile dei siti, dove la visualizzazione dell’advertising assume un’importanza ancora maggiore, considerando le dimensioni contenute dei display, che spesso finiscono con l’essere riempiti di pubblicità.