L’indiscrezione delle scorse settimane si è rivelata esatta. Xiaomi ha annunciato ufficialmente in India il suo primo smartphone Android One. Si tratta del Mi A1, un dispositivo di fascia media con interessanti specifiche hardware e software, tra cui una doppia fotocamera posteriore e la presenza della versione stock di Android 7.1.2 Nougat, quindi privo della nota MIUI.
Lo Xiaomi Mi A1 è sostanzialmente la versione internazionale del Mi 5X annunciato a fine luglio. Lo smartphone possiede un telaio unibody in alluminio e uno schermo da 5,5 pollici, protetto dal Gorilla Glass, con risoluzione full HD (1920×1080 pixel). Lo spessore è di 7,3 millimetri, mentre il peso è 168 grammi. All’interno sono stati applicati due fogli di grafite pirolitica che permettono di disperdere velocemente il calore.
La dotazione hardware comprende il processore octa core Snapdragon 625 a 2 GHz, affiancato da 4 GB di RAM e 64 GB di memoria flash eMMC 5.0, espandibili con schede microSD fino a 128 GB. Per la doppia fotocamera posteriore sono stati scelti due sensori da 12 megapixel abbinati ad un obiettivo grandangolare con apertura f/2.2 (lunghezza focale 26 millimetri) e un teleobiettivo con apertura f/2.9 (lunghezza focale 50 millimetri). Usando le due fotocamere è possibile ottenere ritratti con effetto bokeh, oltre ad immagini in bianco e nero. È presente anche uno zoom ottico 2x (digitale 10x). La fotocamera frontale ha invece una risoluzione di 5 megapixel.
La connettività è garantita dai moduli WiFi 802.11ac, Bluetooth 4.2, GPS e LTE (dual SIM con slot ibrido). Altre specifiche rilevanti sono la porta USB Type-C, l’amplificatore audio dedicato, il lettore di impronte digitali, il sensore ad infrarossi e il jack audio da 3,5 millimetri. La batteria ha una capacità di 3.080 mAh. Il Mi A1 verrà aggiornato ad Android 8.0 Oreo entro fine anno e riceverà anche Android P nel 2018. Il prezzo è 14.999 rupie (circa 200 euro). Sarà disponibile in India dal 12 settembre e successivamente in Asia, Medio Oriente, Africa, Sud America e Europa. Purtroppo l’elenco non comprende l’Italia.