Siamo seri e riprendiamo in mano i giusti riferimenti, perché altrimenti il dibattito tornerà ad avvitarsi sulle solite dinamiche autoreferenziali e non se ne uscirà: sebbene sia impossibile negare che l’iPhone X sia un oggetto estremamente oneroso, al tempo stesso è del tutto ingenuo definirlo troppo oneroso. Perché in quel “troppo” che accompagna l’espressione indignata e l’espressione “è troppo caro” si cela un agglomerato di giudizi e di esperienze che ben poco aiutano a sostenere gli argomenti di tale affermazione.
Smartphone, domani
Quando 10 anni fa nacquero gli smartphone furono in pochi a comprendere realmente la portata dell’evento. Ma era cosa naturale: si trattava di una frattura storica ed i telefoni tradizionali erano destinati a crollare sotto il peso del loro anacronismo. Eppure quel primo smartphone sembrava semplicemente un telefono più bello, la vittoria del touch sulla tastiera, un nuovo orizzonte del design e poco più di questo. In realtà stava nascendo qualcosa di completamente nuovo che passava per app e marketplace, qualcosa che avrebbe affondato il mercato delle fotocamere, delle videocamere, dei navigatori satellitari, degli SMS e molto altro ancora.
Lo smartphone di oggi è un conglobato di alta tecnologia, che ha cambiato forma tornando ad inglobare pollici sul proprio display per contenere batterie sempre più capienti e sensori in quantità sempre maggiore. Oggi lo smartphone è un prodotto maturo il cui mercato si gioca più sui canoni estetici che non sulle novità: quelle arrivano più che altro dalle app e dai sistemi operativi. Ma lo smartphone di domani è ormai pronto a decollare: l’Intelligenza Artificiale sta per arrivare, la simbiosi con l’utente è destinata a farsi ancor più stretta e strumenti come il nuovo FaceID dimostrano quanto più qualitativa e forte possa diventare l’esperienza mobile.
Generazione 1000 euro
Eccola dunque la “generazione 1000 euro”, quella degli smartphone che per la prima volta raggiungono stabilmente questa cifra superandola a testa alta. L’iPhone X, che negli Stati Uniti esordisce con il pudore dei 999 euro, in Italia non fa mistero della propria sfrontatezza e ripone la propria versione base da 64GB a quota 1189 euro. Poco più in basso c’è il Galaxy Note 8 di Samsung, smartphone di grande qualità che l’azienda coreana ha voluto però tenere sotto i 1000 euro se non altro per necessità contingenti di rilancio. Poco cambia, però: i due maggiori produttori si sono appollaiati sulla nuova soglia dei 1000 euro alzando ulteriormente l’asticella dopo che la generazione 2016 era arrivata agli 800 e la generazione 2016 ai 700.
Non è questione di inflazione, questo è chiaro: in un periodo di stagnazione perdurante, gli smartphone sono tra le poche realtà a vedere i prezzi aumentare. In realtà la fotografia generale vede un proliferare sempre più intenso di offerte low-cost, accompagnate però da una lotta tra top player di mercato che alza continuamente il limite. In questa corsa, peraltro, è destinata ad affiancarsi anche Huawei, il che aiuterà a rallentare la crescita ma sancirà in modo sempre più definitivo la distanza generazionale tra diversi modi di intendere la mobilità. Altre questioni meriterebbero invece di essere approfondite: ma l’iPhone X è davvero così pieno di novità? Porta in seno davvero promesse di così alto livello? L’asticella è stata realmente alzata o c’è da capire davvero cosa ci sia nel motore solo a seguito di un esame più approfondito?
La generazione 1000 euro, che oggi vede soprattutto iPhone X e Note 8 contendersi il portafoglio degli utenti con maggiori disponibilità ed esigenze, offre in ogni caso qualcosa di differente: con difformità appena percettibili dal punto di vista estetico, i nuovi device hanno invece al proprio interno una dotazione tale da segnare la differenza sotto ogni aspetto: nella fotografia, nella gestione delle app, nell’autonomia, sul fronte biometrico e altro ancora. Una differenza vera, ma che può essere comprensibile soltanto da parte di chi molte volte al giorno deve fornire la propria identità al proprio smartphone, a chi lo utilizza come un testimone delle proprie esperienze, a chi lo ha ormai sostituito al proprio portafoglio.
L’espressione “è troppo caro” si fa ingenua agli occhi di quanti sanno cosa possa fare davvero uno smartphone ed il rafforzativo “è solo un telefono!” rende il tutto addirittura ridicolo. Perché di fatto, in fondo in fondo, tutti sanno che non è più solo un telefono, non lo è più da tempo ed a maggior ragione non lo sarà più neanche nel prossimo futuro.
Paradosso 1000 euro
Il paradosso semmai è un altro, ed è questo sul quale converrebbe scaricare la propria facile indignazione: la “generazione 1000 euro” degli smartphone è infatti pressoché inaccessibile proprio a quella “generazione 1000 euro” di giovani adulti che tanto desidererebbe uno strumento di tali potenzialità. I due poli sembrano fatti uno per l’altro, frutti della medesima estrazione, entità contemporanee e distanti. Bisognerebbe chiedersi perché per i giovani sia così complesso accedere alle risorse economiche ed al mondo del lavoro, perché sia loro preclusa la speranza, perché sia per loro così arduo accedere ai mutui. Il problema non è (perché non lo è mai stato) come venga investito il denaro, ma quanto se ne abbia realmente a disposizione. Del resto molte generazioni nel recente passato hanno bruciato spese ben più ingenti in sigarette, perché dovrebbe aver minor costo uno strumento che consente di dialogare, scattare fotografie, divincolarsi nel traffico, ascoltare musica, condividere emozioni e molto altro ancora?
La facile indignazione per la soglia dei 1000 euro era scontata e proprio per questo ancor più stucchevole. L’etica non conta: il prezzo lo fa il mercato. L’etica, la politica economica, le attenzioni sociali ed il cicaleccio dovrebbero semmai spendere il proprio tempo per cercare di dare ai ragazzi la possibilità di accedere a strumenti e speranze sempre più evoluti, non certo a precludere agli strumenti la possibilità di evolvere.
Ma per comprendere appieno il paradosso che è insito nel superamento della soglia dei 1000 euro occorre anche partire da una riflessione collaterale. 1000 euro, infatti, non è valore: è costo. L’iPhone X costa oltre 1000 euro, quindi, ma quanto vale effettivamente? Il valore non è infatti dato dallo strumento in sé, ma dalla capacità di utilizzarlo e di entrarvi in sintonia. Uno Stradivari può costare milioni di euro, ma in mano ad una persona qualsiasi non vale più di un comune pezzo di legno ben sagomato. Così è per gli smartphone di nuova generazione: nelle mani di chi ha tra le labbra un “è solo un telefono“, non valgono più di un featured phone qualsiasi. Nelle mani di chi ha negli occhi l’espressione “è troppo caro“, non vale più di un qualsiasi modello da 150 euro.
Un telefono della generazione X nelle mani di un ragazzo della generazione Y vedrebbe costo e valore avvicinarsi terribilmente, fino a sfiorarsi, fino a definire il suo normale posizionamento di mercato. Offerte e concorrenza daranno ora il via ad un balletto che sposterà i prezzi sotto la soglia, i nuovi modelli poco al di sopra, quindi le versioni lite nuovamente poco al di sotto: il nuovo baricentro è stato identificato e servirà del tempo per spostare nuovamente l’asticella. Ma nel frattempo “è solo un telefono” e “è troppo caro” sfumeranno sotto la debolezza delle proprie affermazioni. Chi potrà accedervi farà in alcuni casi un ottimo affare e in altri dimostrerà una futile debolezza. Ma anche questo è il mercato, fatto di opportunità e di scelte sbagliate. Entrambe, sempre e comunque, non dipendono dall’oggetto: dipendono da noi.