Apple ha deciso di abbracciare misure più stringenti per proteggere la privacy degli utenti, in particolare durante la navigazione via browser. Così come ormai noto da diversi mesi, il nuovo macOS High Sierra conterrà una versione rivista di Safari, aggiornato con strumenti utili per escludere il tracciamento delle attività online da parte di terzi in rete. Nella giornata di ieri, un gruppo di organizzazioni di marketing ha criticato Cupertino per questa scelta, sostenendo come la neonata tecnologia potrebbe minacciare il mercato della pubblicità e della promozione digitale. Dalle parti di Apple Park, tuttavia, nessun ripensamento: gli utenti hanno diritto alla loro riservatezza.
In una lettera consegnata alla redazione di CNet, un gruppo di advertiser statunitensi ha deciso di attaccare duramente Apple per le nuove funzionalità di Safari, accusando il gruppo di prendere decisioni unilaterali che potrebbero ferire l’intero mercato pubblicitario. In una nota inoltrata alla redazione di 9to5Mac, il gruppo di Cupertino ha tuttavia voluto ribadire le proprie scelte, sottolineando come il diritto alla privacy degli utenti sia inviolabile:
Apple crede che gli utenti abbiano diritto alla privacy. Safari è stato il primo browser capace di bloccare di default i cookie di terze parti e l’Intelligent Tracking Prevention è un sistema ancora più avanzato per proteggere gli utilizzatori. […] Le tecnologie di tracking sono divenute così pervasive che è possibile, per le compagnie di monitoraggio degli ads, ricreare la maggior parte della cronologia di navigazione degli utenti. Queste informazioni sono raccolte senza alcun permesso e vengono utilizzare per il re-targeting pubblicitario. Le nuove funzioni di Safari identificano ed eliminano i cookie e gli altri dati usati per il tracking cross-site, quindi sono d’aiuto per mantenere la navigazione delle persone privata. La funzione non blocca la pubblicità o interferisce con tracking legittimi su siti effettivamente visitati. I cookie con cui si interagisce per il funzionamento di un sito e la pubblicità posizionata dagli editori continueranno a funzionare normalmente.
Apple, in altre parole, non ha nessuna intenzione di bloccare le attività di advertising legittime, bensì la raccolta di informazioni e dati sull’utente di cui quest’ultimo non ha espresso esplicito assento. Non capita di rado che cookie e altri sistemi, infatti, raccolgano informazioni per poi dirottarle a terzi servizi, non solo sconosciuti dal proprietario, ma di cui non ne vengono esplicitate le effettive attività.