La fase di sperimentazione del 5G entra nel vivo in Italia. Il prossimo 22 settembre saranno concesse, infatti, le prime licenze per l’utilizzo delle frequenze assegnate dal Mise agli operatori che parteciperanno ai progetti di sperimentazione del 5G. Nello specifico saranno assegnati 100 Mhz contigui nella porzione di spettro 3.6-3.8Ghz nelle città in cui si effettueranno i test.
Vodafone opererà a Milano, Wind Tre con Enel Open Fiber a Prato e L’Aquila, TIM con Fastweb e Huawei a Bari e Matera. Proprio TIM, Fastweb e Huawei hanno già iniziato a “scaldare i motori” per iniziare a lavorare sui test sul nuovo standard che punta a rivoluzionare le comunicazione mobile. Il progetto prevede di attivare le prime aree delle due città già entro giugno 2018, per raggiungere il 75% della copertura 5G del territorio entro la fine dello stesso anno, e la copertura integrale delle due città entro il 2019.
Le tre aziende che opereranno a Bari ed a Matera puntano a costituire una piattaforma digitale aperta, in grado di accogliere iniziative di altri soggetti per lo sviluppo di servizi e applicazioni supportate dalla rete 5G che arricchiscano l’ecosistema digitale delle città trasformandole in un laboratorio di innovazione digitale.
Gli ambiti in cui TIM, Fastweb e Huawei lavoreranno sono: smart city, public safety, monitoraggio ambientale, industry 4.0, sanità 5G, ma anche media education e realtà virtuale, automotive, mobilità e sicurezza stradale.
A Bari, in particolare, sarà testato anche uno dei primi porti 4.0 in Italia. Il progetto prevede l’utilizzo del 5G per migliorarne la sicurezza, il controllo degli accessi e la logistica grazie a soluzioni Internet of Things legate all’automazione digitale che rappresentano importanti step anche per il cloud robotic e l’intelligent transportation system.
A Matera, invece, le tre aziende testeranno soluzioni legate alla virtualizzazione e ricostruzione 3D di siti archeologici e musei, fino ad arrivare alla realizzazione di veri e propri geomusei virtuali.
Al termine della sperimentazione, le città di Bari e di Matera potranno continuare a beneficiare degli asset tecnologici e delle competenze sviluppate durante i test.