Nuova puntata dello scontro legale che, dal mese di febbraio, vede come protagoniste due note aziende, ovvero Waymo e Uber. La sussidiaria di Alphabet che progetta veicoli a guida autonoma ha chiesto al leader mondiale del ride sharing un risarcimento monstre: 2,6 miliardi di dollari. L’avvio del processo è previsto per il 10 ottobre.
La battaglia legale ha avuto inizio circa sette mesi fa. Secondo Waymo, l’ingegnere Anthony Levandowski avrebbe rubato oltre 14.000 file confidenziali prima di annunciare le sue dimissioni e fondare la startup Otto, successivamente acquisita da Uber. Sempre secondo Waymo, Uber avrebbe quindi utilizzato i segreti industriali contenuti nei file per sviluppare il LiDAR usato nelle sue self-driving car. Uber ha sempre respinto le accuse e, per dimostrare la sua innocenza, ha licenziato Levandowski.
Durante un’audizione presso la Corte Federale di San Francisco, gli avvocati di Uber hanno rivelato al giudice la somma chiesta da Waymo, appunto 2,6 miliardi di dollari. Questa cifra rappresenta il risarcimento danni per solo uno dei segreti industriali rubati dai server di Waymo dall’ex dipendente. Non è stata comunicata la somma richiesta per gli altri otto.
La selezione della giuria è prevista per il 10 ottobre. Waymo ha chiesto di posticipare l’inizio del processo al 5 dicembre, in quanto ha raccolto nuove prove. Il giudice William Alsup prenderà una decisione il 3 ottobre.