L’arrivo di Project Treble e la scelta di adottare la versione stock del sistema operativo da parte dei produttori (Lenovo è stato il primo a farlo, dicendo addio alla sua interfaccia personalizzata) potrebbero finalmente assestare un colpo decisivo al fenomeno della frammentazione che da sempre interessa l’ambito Android, ancora oggi l’unico vero e proprio tallone d’Achille della piattaforma. Ci sarà però da attendere.
Le nuove statistiche pubblicate da Google sono state rilevate analizzando il totale dei dispositivi che si sono connessi a Play Store attraverso l’applicazione ufficiale in un periodo di sette giorni concluso ieri, lunedì 2 ottobre 2017. Emerge anzitutto la comparsa nella chart di Oreo, la più recente tra le release disponibili, al momento in dotazione quasi esclusivamente agli smartphone delle linee Pixel e Nexus. Procedendo a ritroso si incontra Nougat, che sale al 17,8% (+2% rispetto all’inizio di settembre), mentre la quota di Marshmallow rimane saldamente ancorata al 32%, senza variazioni registrate nel corso delle ultime settimane.
Dietro figurano Lollipop con il suo 27,7% (-1,1%), KitKat che scivola al 14,5% (-0,6%), Jelly Bean in leggera discesa fino al 6,6% (-0,3%), Ice Cream Sandwich che rimane stabile allo 0,6% e infine l’ormai datato Gingerbread con la stessa percentuale.
Un altro fattore potenzialmente in grado di combattere il fenomeno della frammentazione è costituito dall’iniziativa Android One: l’intenzione del gruppo di Mountain View è stata fin dall’inizio quella di estenderne progressivamente il raggio d’azione, portando così nelle mani degli utenti una serie di dispositivi per i quali i produttori assicurano il rilascio di aggiornamenti ufficiali e patch di sicurezza in tempi rapidi, per un periodo di tempo esteso. Questo sarà possibile solo attraverso una più stretta collaborazione con i partner OEM.