Passano gli anni, le release si susseguono, ma il problema legato alla frammentazione dell’ecosistema continua a rimanere il primo e più gravoso tallone d’Achille per il mondo Android. A confermarlo sono le nuove statistiche ufficiali in merito, pubblicate come sempre accade all’inizio di ogni mese da Google, dopo aver analizzato per sette giorni (il periodo si è concluso il 9 novembre) tutti i dispositivi connessi alla piattaforma Play Store mediante l’applicazione ufficiale.
Partiamo dalla versione più recente, Oreo, che detiene lo 0,3% della quota complessiva. È ancora troppo poco, anche in considerazione del fatto che rispetto all’inizio di ottobre la percentuale è salita solo dello 0,1%. Il debutto sul mercato di nuovi dispositivi come Pixel 2 e Pixel 2 XL, oltre al rilascio di aggiornamenti ufficiali da parte dei produttori, potrebbe in futuro migliorare la situazione. Anche tecnologie come quella legata al sistema Project Treble che promette di snellire e velocizzare il processo di update sono chiamate a fare la loro parte. Proseguendo a ritroso si incontra Nougat che invece fa registrare una crescita più significativa, giungendo al 20,6% (+2,8%), suddiviso tra il 17,6% della versione 7.0 e il 3% della 7.1.
Marshmallow scende al 30,9% (-1,1%), Lollipop è in leggera flessione al 27,2% (-0,5%) con la sua quota divisa tra il 6,4% della 5.0 e il 20,8% della 5.1, KitKat scivola al 13,8% (-0,7%), Jelly Bean cede progressivamente e inesorabilmente il passo stabilizzandosi al 6,2% (-0,4%) con uno share suddiviso tra il 2,2% delle versioni 4.1.x, il 3,1% delle 4.2.x e lo 0,9% della 4.3, Ice Cream Sandwich rimane pressoché stabile allo 0,5% (-0,1%) e infine Gingerbread resiste storicamente ancorato al suo 0,5% (-0,1%). Solo attraverso una stretta collaborazione con i produttore dei dispositivi si potrà ottenere un miglioramento significativo. Ricordiamo che il maggior rischio per chi utilizza un device con software datato è legato alle vulnerabilità in tema di sicurezza.