L’archivio di YouTube è in costante espansione e di recente la piattaforma ha mostrato qualche incertezza per quanto riguarda le dinamiche che si occupano di controllare la qualità dei video caricati dagli utenti. Si è parlato in particolare di una serie di filmati mascherati da contenuti adatti alla famiglia, ma riconducibili a un’immagine sessualizzata dei più piccoli. La piattaforma ha preso coscienza di quanto accaduto ed è pronta a correre ai ripari.
È con un post firmato dal CEO Susan Wojcicki, pubblicato sulle pagine del blog ufficiale, che vengono messe nero su bianco le iniziative in programma. Anzitutto si farà ricorso ad algoritmi evoluti e meglio istruiti per l’identificazione di clip che mettono in pericolo la sicurezza o la sensibilità dei bambini. L’intelligenza artificiale giocherà inoltre un ruolo importante nello scovare i video riconducibili all’hate speech. Uno sforzo collettivo che vedrà coinvolto anche il personale, con un maggior numero di dipendenti impegnati nel revisionare i contenuti e garantire il pieno rispetto delle policy.
Stiamo intraprendendo queste azioni perché è la cosa giusta da fare. Con l’evolvere e il modificarsi delle sfide per la nostra piattaforma, i metodi di intervento dovranno evolvere per rispondere nel migliore dei modi. Qualunque sia la sfida, il nostro impegno a contrastarla sarà costante e senza esitazioni. Prenderemo tutte le misure necessarie per proteggere la nostra community e assicurarci che YouTube continui a essere un luogo in cui i creator, gli inserzionisti e gli utenti possano crescere.
Ad oggi i sistemi di machine learning impiegati sono in grado di riconoscere circa il 70% dei filmati di matrice estremista e violenta, portando così alla loro eliminazione in media entro otto ore dall’upload. Lo stesso approccio potrà tornare utile anche per individuare, etichettare e rimuovere video dannosi per i più piccoli.
Verranno modificati anche i requisiti richiesti per l’inclusione di inserzioni pubblicitarie, principale fonte di reddito e guadagno per i videomaker presenti su YouTube. Ad oggi il canale deve avere almeno 10.000 iscritti per iniziare a ospitare i banner e gli spot, ma in futuro la piattaforma si occuperà di analizzarne con attenzione i contenuti prima di abilitare l’integrazione dell’advertising. Un’altra iniziativa messa in campo è quella che porterà nel 2018 alla pubblicazione di report in merito alle segnalazioni ricevute e alle azioni effettuate per rimuovere i video o i commenti ritenuti in violazione delle policy. In altre parole, un’operazione trasparenza.