Amazon è conosciuto come uno dei più grandi negozi online di Internet con migliaia di prodotti a catalogo. Tuttavia, secondo AGCOM, da alcuni mesi Amazon opera anche come operatore postale, potendo contare su di un servizio di consegna dei prodotti che lo ha reso molto simile ad un classico correre espresso come DHL o UPS. Proprio per questo, l’Autorità ha inviato al colosso dell’ecommerce una diffida perchè effettui una formale richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di poter operare come operatore postale in Italia.
Una formalità burocratica che ad Amazon non comporterà alcun problema visto che è previsto un contributo di appena 614 euro che non peserà certamente sui suoi bilanci, visto che l’azienda ha fatto segnare ricavi di 43,74 miliardi di dollari solo nell’ultima trimestrale. Il problema e non certamente di poco conto, potrebbe arrivare sul fronte sindacale. Se Amazon dovesse davvero finire nell’elenco degli operatori postali, significa che la società, in Italia, dovrà adottare i contratti collettivi di lavoro della categoria. Questa diffida potrebbe rappresentare una potente arma per quei lavoratori che hanno portato avanti un clamoroso sciopero proprio durante il periodo caldo del Black Friday dello scorso 24 novembre. Lavoratori che, appoggiati da alcuni sindacati, hanno contestato al colosso dell’ecommerce turni di lavoro sempre più lunghi senza che a questo corrispondesse una qualche remunerazione economica aggiuntiva o un premio di produzione.
Amazon, dunque, potrebbe dover sottostare alle regole di questo settore che AGCOM tiene costantemente sotto controllo. Il colosso dell’ecommerce, quindi, non potrà più essere libero da ogni vincolo ma dovrà rispondere a precise delibere e regolamenti. Amazon dovrà, in questo caso, sottostare alle regole previste dal decreto legislativo 58 del 2011 e dalla delibera del Garante 129 del 2015 che regolano l’uso di corrieri terzi per la consegna dei pacchi.
Trattasi di una situazione molto delicata che potrebbe avere delle ben precise conseguenze per la società americana.
Dal canto suo AGCOM sta seguendo una precisa linea di pressing con i maggiori colossi di Internet per spingerli a sottostare alle norme italiane ed europee.
Per esempio, l’Autorità ha già aperto un tavolo di confronto con Facebook, Google e Wikipedia da cui dovrebbe emergere un codice di autodisciplina che contrasti il fenomeno delle fake news.